Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2025
Durata:59 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. FINAL CALL (INTRO)
  2. STRATUS
  3. SHOOTING VELVET
  4. LIKE THE BEATING OF A HEART
  5. MELBOURNE, MAY I?
  6. MIRACULOUS
  7. PALOMA
  8. COSMIC TIDE
  9. GIVE US THE MOON
  10. A PARIS POINT OF VIEW
  11. RUNAWAYS
  12. WAY TO SPEND THE NIGHT
  13. STEWARDESS, EMPRESS, HOT MESS (AND THE CAPTAIN OF PAIN)

Line up

  • Björn Strid: vocals
  • Sebastian Forslund: guitars, special FX, percussions
  • Rasmus Ehrnborn: guitars
  • John “Kyoto” Lönnmyr: keyboards
  • Sharlee D'Angelo: bass, psychoacoustic modulation
  • Jonas Källsbäck: drums, percussions
  • Anna Brygård: backing vocals
  • Åsa Lundman: backing vocals

Voto medio utenti

Com’è noto dalle nostre parti, la nostalgia può essere “celeste”, “canaglia” e ultimamente anche “balorda” … se però amate i The Night Flight Orchestra sapete che tale sentimento può essere anche “taumaturgico”, capace di illuminare di luce intensa persino il periodo più buio e complicato.
Una certezza che rischiava seriamente di essere minata dalla scomparsa prematura di David Andersson, uno dei principali artefici di questa miscela di pop, prog, AOR e scorie disco-music dagli esiti così “miracolosi”.
Evidentemente, si tratta di un’attitudine ormai talmente radicata e “contagiosa” da coinvolgere anche la new entry Rasmus Ehrnborn (anche lui di fama Soilwork) e da consentire alla band di superare agevolmente, almeno dal punto di vista squisitamente artistico, una perdita tanto significativa e dolorosa.
Give us the moon” è un altro concentrato di flash-back settanta / ottantiani tanto vividi quanto realistici, intrisi di quella coinvolgente “istintività” che, invalidando gli eccessi “retorici” della situazione, distingue i migliori epigoni di stagioni musicali evidentemente indimenticate e indimenticabili.
E allora via, a questa nuova “trasvolata” a ritroso nel tempo e nello spazio, allietati dalle vivaci magniloquenze “adulte” di “Stratus”, dalla melodia vischiosa di “Shooting velvet” e dall’avvincente “Like the beating of a heart” (scritta da Andersson), che riesce a frullare gli Abba con i Kiss di “Dynasty” e i Genesis di “Duke”.
Si vola ancora alti con l’impeto Styx / Survivor-esco di “Melbourne, may I?”, e se “Miraculous”, "Runaways” e l’incalzante “Cosmic tide” sono felicissimi omaggi all’arte variegata e sopraffina dei Toto, le nuance synth-pop e le atmosfere elegiache concesse a “Paloma”, rendono il brano uno dei più “cinematografici” dell’intera raccolta.
A tutti coloro che non si vergognano di “ballare” (anche “ballonzolare” va bene …) con i ritmi di qualche anno fa sono dedicate le suggestioni pop-wave della title-track (con qualcosa dei Duran Duran nell’impasto sonoro) e “Way to spend the night” (e qui ad affiorare sono i Blondie), e pure le pulsazioni disco (figlie della ELO) di “A Paris point of view”.
Stewardess, empress, hot mess (and the Captain of Pain)”, con i suoi otto minuti di sofisticata orecchiabilità pone fine al gioioso viaggio emozionale garantito da “Give us the moon”, ma qualora vogliate rimandare l’atterraggio e il relativo ritorno alle fatiche del vivere quotidiano, non dovrete far altro che premere nuovamente il tasto play.
La pozione musicale preparata dai druidi svedesi The Night Flight Orchestra è, dunque, ancora una volta straordinariamente efficace e benefica … abusatene pure, non ha effetti collaterali.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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