Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2025
Durata:42 min.
Etichetta:Bindrune Recordings
Distribuzione:Clawhammer

Tracklist

  1. THE CIRCLE OF REMEMBRANCE
  2. OUR SCARS SHALL ABIDE IN THE THAW
  3. CHANNELLING GRIEF
  4. ORDEAL OF ASCENSION

Line up

  • Michael Blenkarn: Vocals, Guitars, Keyboards, Programming
  • Austin Lunn: Drums
  • Alexandra Blenkarn-Durning: Keyboards, Effects

Voto medio utenti

Sono sincero, vista la presenza di un musicista del calibro di Austin Lunn – anche se qui relegato soltanto al ruolo di batterista – che tanto mi ha fatto gioire con il suo Atmospheric Black metal dai tratti folkloristici Bluegrass (branca del country a stelle e strisce dove sono confluite tradizioni musicali irlandesi, scozzesi e inglesi) esploso con "Kentucky" (2012) degli statunitensi Panopticon, mi aspettavo assai di più da questo secondo LP dei britannici Ahamkara: "The Harrow of the Lost" (Bindrune Recordings).

Sia chiaro, "The Harrow of the Lost" non è un brutto lavoro, al contrario, è indubbiamente ben realizzato e con un suono ruvido e "analogico", nonostante la proposta assai melodica che potrebbe strizzare l'occhio alle iconiche releases di quel Black metal atmosferico che ha a che vedere con il Cascadian e, stilisticamente, anche con i suoi precursori, per esempio i primi Agalloch; così come con quella forma così affascinante e dai tratti folkloristici scozzesi dei Saor – seppur questa si è sempre presentata più immaginifica, epica e attuale, oltreché più riuscita rispetto alla musica degli Ahamkara.
Si tratta di quattro tracce lunghe e dalle strutture dilatate, progressive, in cui è possibile rinvenire i classici intrecci di tremolo e blast beats, alternati a parti atmosferiche sospensive che lasciano anche ampio respiro a un insieme di effettistiche policromatiche e suoni d'ambiente, così come sono sempre preminenti armonie suadenti e melanconiche, che, talvolta, in taluni fraseggi di chitarra – tra cui anche l'acustica – e un certo utilizzo delle tastiere, raggiunge picchi realmente pregevoli. Tuttavia, gli Ahamkara, nel complesso, non riescono mai a sorprendere, e, soprattutto, a conferire alle proprie tracce quella scintilla necessaria a instaurare il giusto feeling: indispensabile per far bruciare sottopelle il fuoco della sacra fiamma nera.

"The Harrow of the Lost" è un disco piacevole, niente di più, niente di meno: dubito che a breve ce ne ricorderemo.

Recensione a cura di DiX88

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