Copertina 7

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2025
Durata:34 min.
Etichetta:Transcending Obscurity Records
Distribuzione:Transcending Obscurity Records

Tracklist

  1. WE BELONG IN THE GRAVE
  2. TERMINAL DIAS
  3. OBLITERATION OF THE IMPURE
  4. EXPULSION TO PURGATORY
  5. UNDISILLUSIONED
  6. SEIZURES
  7. PRECIPITOUS
  8. GAZE OF THE ADVERSARY
  9. BURIAL OF THE WORLD

Line up

  • Dovydas Auglys: Guitars
  • Simonas Jurkevičius: Bass
  • Henri Mäll: Drums
  • Tautvydas Kartanas: Guitars
  • Jonas Kanevičius: Vocals

Voto medio utenti

I Crypts of Despair sono una extreme metal band di Kaunas, Lituania, attiva dal 2009. Dopo un periodo di inattività (2013-2016) sono tornati con una formazione a doppia voce, pubblicando due album: "The Stench of the Earth" (2017) e "All Light Swallowed" (2021), e adesso il terzo, "We Belong in the Grave" (Transcending Obscurity Records), è atteso per il 18 aprile 2025.

La matrice di riferimento dei Crypts of Despair è sicuramente il Death metal ma, a mio avviso, è riduttivo e non propriamente opportuno congelarli in tale categoria.
I quattro lituani ci presentano uno stile che trova indubbiamente i suoi punti di appoggio in un'attitudine distaccata ed oscura, basato su un ampio utilizzo delle dissonanze, così come molte realtà estreme attuali dopo la rivoluzione effettuata da Deathspell Omega e Ulcerate, pur senza raggiungere le complessità e il parziale scardinamento della forma canzone operato dai due giganti in questione. Bensì restando su costruzioni più immediate e intelligibili dal forte background Old school Death metal e Brutal – con tanto di sporadici rantoli suini e sferzate Grind – tutto ciò veicolato tramite una produzione moderna che enfatizza un groove dalla coloritura 'core, richiamando, per certi versi, qualcosa che può aver a che vedere con gruppi come i Dead Congregation e, in parte, nei frangenti più duri, i Benighted. A quanto appena scritto, a mio avviso, va aggiunta quella giusta dose – che già si intuisce da ciò che abbiamo affermato – di componente avanguardista passante anche da taluni cambi di ritmo inusuali e scelte di tempo atipiche caratterizzate da un afflato disumanizzato in chiave quasi Industrial, sulla scia – seppur lontanamente – di Meshuggah e Fear Factory.

Se, generalmente, questo tipo di proposte dai tatti Avantgarde tendono a scadere in prolissità astruse ed intricate, ai limiti dell'inverosimile, e in scelte ritmiche codificate e meccanicistiche che poco hanno a che vedere con la vera musica (soprattutto via via che il sound si evolve di album in album), questo non è certo il caso dei lituani. Al contrario, forse, e mi duole dirlo, e quasi mi pare strano data la mia concezione del Metal, i Crypts of Despair semplificano fin troppo la loro arte estrema, finendo per banalizzarla un po' – penso nel vano tentativo di rendere fruibile a un pubblico più ampio quella che, invece, dovrebbe essere una musica destinata alle élite.

A mio avviso un leggero passo indietro rispetto al suo illustre predecessore "All Light Swallowed".

Recensione a cura di DiX88

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