I veneti Vallorch presentano, dopo tanti anni, il loro nuovo album "
The Circle", pubblicato da Rockshots Records. Quest'opera segna un'evoluzione per la band, confermandola come una realtà interessante nel panorama symphonic folk metal italiano, attraverso una fusione di stili che potrebbe rischiare di far perdere la bussola, ma che per fortuna viene bilanciata abbastanza da non risultare eccessivamente confusionaria. L'album di debutto, "
Neverfade", aveva introdotto melodie folk combinate con influenze death, evolutesi poi negli arrangiamenti complessi e sperimentali del secondo album, "
Until our Tale Is Told". Musicalmente, "
The Circle" rappresenta una nuova fase per il sound dei Vallorch, caratterizzata da un equilibrio ben definito tra melodia, ritmo e atmosfera. L'album esplora il tema della notte nelle sue dualità, come solitudine e connessione, o introspezione e celebrazione; ascoltate "
Circle of the Moon", con le sue melodie avvolgenti, o "
Dyssomnia", un brano di nove minuti che approfondisce stati d'animo più oscuri e complessi. L'album include anche tracce come "
Drink Some More!", dal ritmo incalzante, e "
Antermoia", un lento in punta di violino e testi in italiano, ormai una moda dei nostri gruppi metal: una cosa che condividete, o che aborrite? Suona bene l'italiano, nel metal? Io ho la mia personale opinione, ma me la tengo ben stretta... Ma c'è di più: il brano in salsa Tyr "
Röte Löon", il più 'moderno' e quasi buffo "
Salbanéo", growls in lingua veneta sulla leggenda di questo folletto del folclore locale...
In conclusione, "The Circle" rappresenta un'evoluzione artistica per i Vallorch, che riescono a creare un album con un buon impatto emotivo. Migliorabile? Sì. Godibile? Sì. Capolavoro? No. Me lo compro quindi? Almeno ascolta le canzoni qui sotto!
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