Gli statunitensi
Wald Krypta, sempre uguali a sé stessi, si ripresentano con il quarto full-length della loro carriera:
"Disenchantment", rilasciato in questi giorni di fine maggio 2025 sotto l'egida della
Eternal Death.
Una produzione che definire lo-fi sarebbe fargli un complimento, la quale, come ha già affermato chi mi ha preceduto nel trattare il gruppo (
Dope), è paragonabile a quella dei primi demo della fiamma nera anni '90.
Musicalmente invece, volendo dare delle coordinate più precise,
"Disenchantment" ha davvero moltissima somiglianza con le prime releases del
Conte – plurimi i passaggi ricalcanti
"Det som engang var" (1993) – con i
Darkthrone, le
Les Légions Noires e i
Fimbulwinter.
Difficile giudicare un album così, non tanto perché si tratti di un prodotto fuori dal tempo, in quanto, a mio avviso, il Raw Black metal ha tutta la legittimità di esistere anche nel 2025, riuscendo, pur nel suo anacronismo, a partorire LP di alto valore e, soprattutto, a tenere vivo quello che è il vero spirito della fiamma nera. Spirito che consiste non soltanto nell'espressione di odio, dolore ed oscurità, bensì nel manifestare tutto ciò con un occhio di riguardo per l'essenzialità nella sua forma più estrema: unico baluardo per un'esperienza immediata dei tesori nascosti dell'arte. La difficoltà di giudizio risiede casomai nella mancanza della benché minima originalità…
Tuttavia, se volete un ascolto leggero, e siete in preda alla nostalgia per determinate sonorità, i
Wald Krypta sapranno consolarvi con il calore gelido delle lingue di fuoco nero a cui tanto sono devoti.
Recensione a cura di
DiX88
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