Grandi “novità” in casa
Taz Taylor Band: basta con gli invitati vocali di prestigio (in precedenza il gruppo ha ospitato nei suoi dischi
Graham Bonnet,
Chandler Mogel,
Keith Slack,
Mark Boals,
Doogie White e
David Reece), microfono affidato ad una donzella pressoché sconosciuta (
Laura K. Vreeland) e avviata una collaborazione con una celebrità del
Belpaese (
Alessandro Del Vecchio).
A questo punto urge tranquillizzare i fedeli estimatori del bravo chitarrista britannico … musicalmente i suddetti cambiamenti non “stravolgono” i contenuti di “
The other side of midnight”, che rimane un buon disco di
hard-rock classico, con escursioni nell’
AOR (magari in maniera leggermente più evidente che in passato).
L’ottimo lavoro di “raccordo” (anche in sede di composizione, presumo …) di
Del Vecchio fornisce un efficace
quid espressivo a canzoni che si abbeverano alla fonte inesauribile di Rainbow, Michael Schenker Group e UFO, aggiungendo alla dissetante formula espositiva pure qualcosa di Heart, Journey e Starship.
La voce della
Vreeland diventa così il presumibile “ago della bilancia” della situazione, soprattutto nei brani più
hard, compresi i
remake di “
Desert song” e “
Temple of the king”.
Ebbene, superato (penso piuttosto agevolmente, vista la perizia della
vocalist) lo “scoglio” di ascoltare due brani immortali di MSG e Rainbow affidati ad un’ugola femminile, sarà più semplice accogliere con favore la spigliatezza di “
Every day”, il
pathos bluesy di “
Lonely I ride” e l’attrattiva melodica di "
Paradise”, da consigliare primariamente ai cultori dei suoni “adulti” trattati con dosi adeguate di
verve, classe e ispirazione.
La breve “
Gravitas” introduce un altro bel frammento di
melodic hard-rock notturno e avvolgente denominato “
Cold misery”, mentre “
Neverending loveache” irrobustisce i toni senza peraltro impressionare più di tanto l’astante.
Suggestione analoga la riserva la
cover acustica di “
California dreamin'”, gradevole ma poco “caratterizzata”, soppiantata dalla
title-track dell’opera, che chiude la scaletta esponendo le qualità esecutive di un
guitar-hero che ha assorbito dai
Grandi dello strumento (
Michael Schenker, innanzitutto) l’arte della fluidità e dell’affabilità espressiva.
“
The other side of midnight” è una sorta di “approdo sicuro” per un pubblico di “tradizionalisti”, che tra i suoi solchi troveranno passione, competenza e, nonostante i presupposti, pochissime “sorprese” … se vi riconoscete nella descrizione, la
Taz Taylor Band è una solida garanzia di soddisfazione uditiva.
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