Vi ricordate quando, non più di tre anni fa,
davo un bel 3,5 all’ultimo disco degli Ashes of Ares? Vi ricordate, per caso, come li avessi definiti in quella occasione? Vediamo, tentiamo un esperimento: facciamo un auto-copia e incolla e vediamo se funziona ancora. Pronti? Via!
Sbranf ha scritto precedentemente:
Mamma mia che brutto disco.
Questo neonato 2022 2025 ci ‘regala’ il terzo quarto album degli Ashes of Ares, al secolo:
- Matt Barlow, gran voce ai tempi d’oro degli Iced Earth, adesso chiuso nella pallida imitazione di sé stesso, nella speranza di vendere due dischi
- Freddie Vidales, chitarrista/bassista già nei summenzionati Iced Earth, con uno dei suoni più brutti che io ricordi e un problema sull’intonazione dei bending (bending che usa per il 95% dei suoi assoli) che meriterebbe una recensione/disamina a parte, fatta salva la pochezza creativa in fase di solos.
[…] L’album è un coacervo pressoché inesauribile di cliché del genere, con il duo/trio tutto impegnato a fare vedere quanto sono forti e cattivi, con questo power metal non ispirato, non copiato, SCIPPATO agli Iced Earth del periodo d’oro, Barlow a fare i sopracuti e Vidales a cercare di mettere insieme due riffs e due solos, ma che livello basso di esecuzione! Se questo è il meglio che sia riuscito a fare dentro uno studio, chissà le meraviglie dal vivo, con la chitarra che si scorda qua e là nel bel mezzo dei solos, soluzioni armoniche totalmente sbagliate ed un gusto che definire ‘passé’ è solo un modo elegante per denigrarlo.
Matt, dal canto suo, ce la mette tutta a cercare di imitarsi, e la voce l’avrebbe tutta, ma come fai a cantare su testi tutti dedicati a ‘quando verrà il tuo momento, sarà ora di pagare’, ‘la nostra forza è inarrestabile, scansati amico’, ‘se avrai coraggio ti porteremo dove ne anche gli dei osano’, un trionfo di machismo e banalità in cui Matt continua imperterrito a rifare sé stesso, finendo inevitabilmente per diventare la macchietta del gran cantante che fu.
Produzione mediocre a parte, “Emperors and Fools” “New Messiahs” è una brutta ora di power metal tirato a rasoio, pesantissimo ma senza un minimo di coerenza interna o di spunti piacevoli; il crepuscolo degli dei, se di dei vogliamo parlare (e io non ne parlerei affatto).
Vi giuro su quello che ho di più caro, non dovrei veramente aggiungere o togliere niente (a parte le sezioni sull'ex-Nevermore Van Williams, che nel frattempo si è eclissato dal progetto). Ah, e non vi parlo della cover di "
And the house fell down" di
Elton John perché poi se bestemmio mi bannano... Questo disco funziona solo se siete delle inconsolabili vedove della Terra Ghiacciata, e cercate qualcosa, qualsiasi cosa, che possa alleviare il vostro dolore. Come quando io a 19 anni, mollato da Anna, mi misi con Cristina solo perché le assomigliava un botto, per poi scoprire troppo tardi che la suddetta Cristina era una poco di buono (ciao Cristina, un saluto, spero tutto bene!). Ovviamente ognuno ha le sue orecchie e si farà le sue idee, e aggiungo anche che forse questo “New Messiahs” è un filo MENO PEGGIO del suo predecessore, ma signora mia che discaccio.
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