Copertina 6

Info

Anno di uscita:2025
Durata:54 min.
Etichetta:Eönian Records

Tracklist

  1. HARD TO TAME
  2. ALL I EVER WANTED
  3. WAITING FOR YOU
  4. HOW I (CARRY ON)
  5. CRIME OF LOVE
  6. NEVER BE THIS WAY
  7. CRESCENT MOON
  8. YOU DON’T KNOW ME
  9. LONG WAY TO GO
  10. IT DOESN’T MATTER ANYMORE
  11. LOST AND LONELY
  12. PICKING UP THE PIECES (BONUS TRACK)
  13. BAPTIZED BY FIRE (BONUS TRACK)

Line up

  • Marcus Mason: vocals, bass, guitar
  • Josef “Peppi” Gebhard: guitar
  • Peter Penhallow: keyboards
  • Jimmy Katone: drums
  • Rick Mead: guitars
  • Gary Green: bass
  • Jon Neil: guitar
  • John McAfee: guitar
  • Marc LaFrance: backing vocals
  • Tim Thompson: backing vocas
  • Steve Rodford: percussions

Voto medio utenti

Come già accaduto con il lavoro d’esordio dei Mason (“I can't wait”, del 2024), anche questo “Seconds to impact” credo dividerà gli estimatori del rock melodico, innanzi tutto per la voce del frontman Marcus Mason, nasale e “sottile” (a tratti mi ha ricordato addirittura Mark Hollis!), peculiare per il genere se vogliamo, e tuttavia fatalmente oggetto di presumibile controversia.
Anche dal punto di vista musicale ritengo l’album una potenziale fonte di “dibattito”, in quanto infarcito di melodie gradevoli, ma anche un po’ troppo “ripetitive”, persino nell’ambito stesso dei singoli brani.
Arricchito il songbook con qualche produttivo scatto di energia sonica, la band, completata da Jimmy Katone (Hit The Ground Runnin, Katone), Peter Penhallow (Eye, Joseph Court, Bobby Barth, Vince Welnick) e Josef “Peppi” Gebhard (4-Sale), diluisce eccessivamente le strutture armoniche, affidandosi ancora troppo alla soluzione reiterata del mid-tempo, finendo così per mitigare quanto di buono è stato sviluppato in ottica dell’incisività espressiva.
Prendiamo “Hard to tame” … la melodia portante e il refrain sono accattivanti, ma talmente ripetuti da risultare abbastanza stucchevoli, e se aggiungiamo un supporto ritmico un po’ incoerente, otteniamo un brano solo discreto, a cui viene in “soccorso” pure un buon guitar-solo.
Una situazione, quella appena descritta, che ritroveremo piuttosto di frequente lungo la scaletta di un’opera che all’interno di questo schema evidenzia qualche altro episodio sopra la media (“All I ever wanted”, qualcosa tra Bad English e Def Leppard, “Never be this way”, la soffusa e avvolgente “Crescent moon”, “You don’t know me”) e che quando, di rado, si affida a sonorità leggermente più muscolari e vivaci ("Waiting on you”, "Crime of love”) riesce a fornire all’astante quel piccolo sussulto emotivo utile a destarlo dal (piacevole) torpore espressivo che contraddistingue gran parte di “Seconds to impact”.
I Mason, pur “maturati” rispetto al debutto, rimangono, dunque, una sorta di “incognita” della scena melodica, a cui, al di là dell’opinabile questione del cantato, gioverebbe comunque un’ulteriore operazione di “bonifica” e diversificazione delle architetture musicali.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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