Mi ha preso un po’ in contropiede il nuovo album dei
Lunatic Soul. A cinque anni di distanza dall’ottimo
“Through Shaded Woods”, il mastermind dei Riverside si ripresenta con un doppio LP che “rinnega” in buona sostanza il neo-folk essenziale dalle tinte seppia dell’uscita precedente in favore di un sound più stratificato, oscuro ed elettronico.
È il caso delle introduttive
“The World Under The Unsun” e
“Loop Of Fate”, o di
“Parallels”, che hanno più di un debito nei confronti della produzione della coppia Matheos/Moore, o delle ipnotiche
“Monsters” e
“Self In Distorted Glass”, tra band madre e King Crimson degli anni Ottanta/Novanta.
C’è anche parecchio rock alternativo (
“The Prophecy”, “Confession”) a controbilanciare buone ballad di stampo wilsoniano (
“Good Memories Don’t Want To Die”, “Torn In Two”, “The New End”), mentre sono i brani più coraggiosi a lasciare il segno: se
“Mind Obscured, Heart Eclipsed” rievoca Vangelis e Angelo Badalamenti, la lunga e tagliente
“Hands Made Of Lead” riporta il disco in territori heavy, mentre l’equilibrio acustico/elettronico che si raggiunge in
“Ardour” fa il paio con il carattere esoterico alternato a sonorità kraftwerkiane di
“Game Called Life”.
Destinato a crescere con gli ascolti.
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