Ascoltando questo disco mi chiedo veramente cosa c'è che non va negli Xentrix, cos'è che non ha permesso loro di fare il botto al pari di altri gruppi thrash più blasonati. Forse il fatto che provenissero dall'Inghilterra li ha penalizzati, in un periodo in cui tutto ciò che proveniva dalla Bay Area era considerato di altissimo livello, e probabilmente ci si era costruiti uno schema mentale per cui tutto ciò che proveniva da una zona differente da quella americana fosse per forza di cose scadente od in ogni caso di qualità inferiore. Non dimentichiamoci però che il 1986 è l'anno in cui vedono la luce autentici capolavori quali “Reign In Blood” e “Master Of Puppets”, intoccabili nel loro valore storico e musicale. Si spiega quindi almeno in parte il passaggio in sordina di “Shattered Existence”, che, pur essendo un ottimo disco thrash, non poteva certo competere con quei dischi che ancora oggi rappresentano l'apice e IL thrash metal prima maniera.
Il quartetto inglese propone un thrash di chiara derivazione americana, rielaborato però con grande personalità e, consentitemelo, grande originalità: gli Xentrix non sono alla ricerca della velocità a tutti i costi, anzi, molte canzoni contengono molti stacchi lenti e melodici, per poi ovviamente accelerare il ritmo con tempi terzinati o tirate dannatamente thrash. Menzione d'onore per il lavoro il fase solista delle due chitarre, che deliziano l'ascoltatore con assoli degni di questo nome, senza perdersi nel rumorismo o nella cacofonia, ma regalandoci delle melodie semplici, melodiche ed efficaci che si incastrano perfettamente nei nove brani di “Shattered Existence”. Anche in fase di accompagnamento Chriss Astley (chitarra e voce) e Kristian Havard (chitarra) se la cavano egregiamente, prediligendo una certa varietà nel lavoro chitarristico del disco che in questo modo risulta essere molto variegato senza perdere una briciola di impatto sonoro. Astley sembra non avere problemi a suonare e cantare, e la sua voce è un tassello centrale e distintivo nel mosaico musicale del gruppo. Il disco parte in quinta con “No Compromise” con chitarre che corrono a mille, veloci e dall'appeal in bilico tra speed e thrash di derivazione “exodusiana” (passatemi il termine), per poi sfociare in un bridge e in un chorus molto efficaci che fanno presa immediata sull'ascoltatore. Una traccia di apertura di tutto rispetto, ma già con la seguente “Balance Of Power” gli Xentrix cambiano decisamente registro, proponendo un brano all'inizio scalpitante, ma che si affievolisce preferendo un'andatura più quadrata e marziale, spezzata a metà da un assolo veramente melodico e godibile. E' inutile cercare di descrivere tutte le tracce del disco, tutte di ottima fattura, ma mi limito a segnalare quelli che per me rappresentano i punti salienti di “Shattered Existence”, ossia “No Compromise”, “Heaven Cent”, “Balance Of Power”, “Back In The Real World” e “Reason For Destruction” (che suona molto Overkill).
In sostanza un disco sfortunato, uscito in un periodo storico in cui i capolavori del thrash metal di quegli anni ne hanno oscurato la luce, che, seppure smorzata, risplende nei microsolchi di questo disco. Per chi è stufo di ascoltare i “soliti noti” gli Xentrix possono essere una boccata d'aria fresca 100% Made in England. Alla facciazza della Bay Area.