Siamo talmente abituati alle derive Post del DSBM – che sia chiaro al sotto scritto alcune di esse piacciono molto, altrimenti non avrebbe mai messo negli highlights certe opere – che quando capita di ascoltare oggi, 2025, un disco di tale sottogenere, che presenta ancora una buona dose di aggressività e dinamiche piuttosto agili e martellanti, se ne rimanga stupiti; ed è un po' questo il caso del debutto dei francesi
Consolatio "Ex Nihilo", uscito proprio in questi giorni di dicembre tramite la
As Pestis Records.
Eppure, che il DSBM faccia di diritto parte del Black ortodosso dovrebbe rendersi chiaro già dal nome; e inoltre il celebre EP del '94 degli
Strid lo aveva subito inciso nel destino della Fiamma: poco meno di 14 minuti di musica lenta, inesorabile, con indubbi risvolti melodici, bensì minimali, distaccati, dissonanti, non accessibili a chiunque, e con evidenti richiami alla tradizione misantropica inaugurata dai
Darkthrone con
"A Blaze in the Northern Sky" (1992), ed
"Under a Funeral Moon" (1993), oltreché, ovviamente, da
Burzum. Alla fin fine altro non era questa sottocorrente, portata avanti ed estesa in seguito da molti altri artisti (
Bethlehem,
Shining,
Silencer,
Abyssic Hate, ecc.ecc.) che un movimento ambivalente: da un lato una circoscrizione del perimetro compositivo sugli aspetti più autolesionisti, alienanti e depressi dell'arte oscura dei primordi; dall'altro, un ampliamento delle situazioni nere che, oltre ad ambientazioni naturalistiche, iniziavano sempre più ad abbracciare anche contesti urbani e "cameristici".
È dunque a realtà come gli
Strid, giusto per dirne una, a cui dobbiamo guardare per inquadrare i
Consolatio, e altresì anche all'approccio duro e "veloce" degli
Anti che incardinarono ancor di più il DSBM nella cornice del Black più puro.
"Ex Nihilo" presenta quindi 38 minuti di Black metal (low-fi) alternante melodie, campionamenti di urla strazianti, fustigazioni, voci parlate fredde, meccaniche, stile telecronaca cinematografica, e passaggi farraginosi con qualche eco post; sfuriate iconoclaste, momenti dove i droni dipingono atmosfere rarefatte, con un gusto armonico tipicamente francese, sulla scia di formazioni crude come
Mortifera e
Suicidal Madness.
Il primo full-length dello sconosciuto project francese scorre via che è una meraviglia, lasciando per giunta segni del proprio passaggio, grazie alle molteplici intuizioni brillanti in esso contenute… quei piccoli guizzi che ogni album DSBM dovrebbe possedere, per innescare la magica scintilla dell'amore.
Invece, una pecca del disco, a mio avviso, è l'uso della drum machine che, anche se non necessariamente debba rappresentare un difetto nel nostro ambito, qui ha un suono fin troppo artificiale.
Spill the blood… upon the altar of Black Metal Madness.
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