Forma, dimensioni, spessore, consistenza di un buon libro rilegato in brossura. Un corposo ed elegante cofanetto intitolato “Not of this earth”, che racchiude il tesoro della nuova “opera” della più originale ed anticonformista etichetta italiana: Black Widow.
Tre cd ricolmi di musica per una durata complessiva che supera abbondantemente le tre ore, uno splendido ed esauriente libretto bilingue dedicato alla cinematografia fantascientifica che analizza con particolare rilievo la produzione americana pre-Star Wars, la sottovalutata filmografia italiana e perfino quell’incredibile serie televisiva che fu “The Prisoner”, indimenticabile cult bianco e nero a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 citato ancora oggi come uno dei serial fantastici meglio riusciti ed enigmatici (..e finalmente, dopo tanti anni, qualcuno riesce a spiegarmi cos’era quel maledetto pallone bianco!!).
Un secondo manualetto che presenta tutti gli artisti coinvolti nel progetto e le trame dei films che li hanno ispirati. Decine di meravigliose illustrazioni, foto, locandine, inerenti all’epoca d’oro della fantascienza, addirittura una breve storia a fumetti del “Prigioniero” nata dalle matite di Stefano Scagni.
Come non bastasse, “Not of this earth” è disponibile anche in versione vinilica, articolata in quattro densissimi dischi.
Questo per quanto riguarda lo strepitoso artwork e l’imponente aspetto culturale del progetto.
Per la proposta musicale sono state attivate una quarantina di formazioni, spaziando in differenti settori, dall’elettronica alla psichedelia, al gothic, al doom, ed altri ancora. Ogni gruppo ha scelto una pellicola sf alla quale dedicare un brano, sbizzarrendosi a rielaborare i temi sonori dei films oppure a comporre canzoni totalmente originali.
La mole di note che ne scaturisce impedisce di fatto un analisi dettagliata di ogni singolo episodio, un lavoro di queste proporzioni richiede tempi lunghissimi di assimilazione e, d’altro canto, il livello e la cura delle tracce appare anche all’ascolto superficiale in grado di soddisfare qualsiasi appassionato con un minimo di varietà di gusti musicali.
Diciamo almeno di una agguerrita rappresentanza italiana in grande spolvero, dagli Standarte ai Wounded Knee, passando per Paul Chain, Death SS, la doppietta Malombra/Helden Rune dell’eclettico Mercy, Krilian Camera, ecc. che non teme il confronto con alcune gemme psichedeliche davvero esemplari merito di Hawkwind, dell’ex-High Tide Pete Pavli (brano eseguito con viola elettrificata), Sun Dial, Fantasyy Factoryy, Universal Totem Orchestra (la loro “Lacrima di tempo” riaccende ricordi dei migliori Van Der Graaf) ed ancora Adrian Shaw, anch’esso di fama Hawkwind, e gli stoner/doom giapponesi Eternal Elysium con una visionaria interpretazione di “Godzilla”. Tante soluzioni varie ed interessanti, con una particolare predilezione per i suoni elettronici, sintetici, atmosfere cupe, talvolta rarefatte, che meglio si legano all’idea di spazio, di glaciale vuoto cosmico, di essenza aliena, che solitamente colleghiamo al vasto mondo della sci-fi.
Tra i nomi più conosciuti, forse un po’ sottotono i Candelmass che in “Planet of the apes” scelgono un profilo elettronico per loro inconsueto e probabilmente non adatto, nell’intento di rimanere all’interno dell’idea portante dell’opera, comunque nel contesto pantagruelico si tratta davvero di inezie.
Certamente “Not of this earth” è il vertice produttivo della Black Widow, e sono felice che questo progetto ambizioso coincida con le mie due maggiori passioni personali: la musica rock nel suo senso generale ed ampio e la letteratura fantascientifica, seppur qui limitata alla sua versione in celluloide. Il magnifico piacere di ascoltare affascinanti canzoni rileggendo le trame che le hanno generate è un emozione da condividere con coloro che hanno anche solo un interesse minimo in queste materie.
Pur nella sua monumentalità questa antologia non può e non pretende di essere completa, vista l’inesauribilità dell’argomento trattato, ma è un modo prestigioso di pensare e creare musica, senza voler essere elitari ma senza abbassarsi a livelli da mercatino.
Una raccolta da custodire con rispetto ed ammirazione in qualunque seria discografia.
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