Ottimo lavoro per questa band teutonica che prende il nome di In Strict Confidence…veramente un ottimo lavoro! Partiamo dall’inizio; gli In Strict Confidence sono una band che proviene dal profondo cuore della Germania, già attivi dal 1992, e molto conosciuti negli ambienti alternativi tedeschi (basti pensare che Love Kills, il precedente singolo, è entrato nel 2001 al primo posto della DAC – Deutsche Alterantive Charts). L’album attuale, ‘Mistrust The Angels’, si muove su sonorità elettroniche, giocate tra partiture delicate, a volte minimali, ambientazioni cyber futuriste ed EBM (mai troppo spinta, però). Il songwriting è valido, dinamico e le soluzioni che elevano qualitativamente il platter non mancano assolutamente: le songs crescono piano piano, secondo dopo secondo, fino a sfociare in un vortice emozionale che prende l’ascoltatore e lo trasporta ai confini dell’immaginario, ove lo lascia solo con un pennello intriso di suoni e colori (ora scuri, ora opachi, ora cromati), pronto per essere utilizzato soggettivamente, e non oggettivamente, sulla tela della musica: né è un esempio la splendida e ritmata ‘Herzattacke’, song che sfiora la denominazione di Trance Music, e che probabilmente è già hit nei dancefloor dei Goth Club teutonici, o la più morbida ‘Au Milieu Des Anges’, resa tale dalla presenza l’ottima e pregevole voce di Nadine Stelzer, ed ove la tenue tessitura elettronica risplende di bellezza propria. Avete già capito che le chitarre praticamente non esistono in quest’album…solo in ‘Horizon’ timbrano il cartellino, grazie a Heiko Monkowsky, guest di turno. Quello che posso consigliarvi io nel mio piccolo, è di lasciarvi prendere dal ritmo ossessivo, aggressivo e cattivo di ‘Engelsstaub’, dalla tetra e gelida nebbia di ‘Schlecht Gestraumt’, song perfetta per essere utilizzata in un thriller/horror movie, o ancora dalla splendida ‘Lost In The Night’, forse la song migliore del lotto…un connubio di Dance e melodia, che subito si stampa nella mente di chi ascolta questo magistrale platter. Mi sembra chiaro e quasi superfluo dire che il linguaggio utilizzato per le lyrics rispecchia quello utilizzato per i titoli, ovvero, a seconda del caso, si ha tedesco, inglese o francese. Un album ottimo, bello, maturo, convincente ed altamente pensato…che fa pensare, che fa lavorare l’immaginazione e la fantasia…per farla breve, cibo per la mente. E per chi ama i giochetti, vi dico che esiste anche la traccia 0, ma come scovarla, beh, tocca a voi…io vi posso solo dire che si tratta di una track di elettronica sperimentale e minimale! Lavoro altamente consigliato e da avere.
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