Se ne sono andati quando erano all’apice della loro carriera, quando ogni loro disco era atteso da migliaia di fans, quando stavano per godersi la meritatissima gloria dopo sedici irripetibili anni.E anche se con la morte nel cuore devo dire che hanno fatto bene…si e ci risparmiano il rischio che con il passar del tempo diventassero la controfigura e la macchietta di se stessi (cosa successa a molte…troppe band…).
Il funerale comincia con "
May Today Become the Day", e preparatevi ad accogliere nella vostra testa un ritornello che non ne uscirà piu’.
Ever frost è il singolo dell’Album, e pur rimanendo una buonissima canzone forse la scelta di farle fare da lancio per il disco non è stata la piu’ azzeccata.
Nell’album d’addio trova spazio anche uno dei grandi poeti italiani, infatti in “
We are but fallin leaves” è evidente il richiamo ad Ungaretti grazie al coro che lancia al cielo un “non siamo altro che foglie cadenti”.La nostalgia, il tema vero dell’album, comincia a fare capolino con "
Despair-ridden hearts”, uno dei pezzi migliori dell’album, e dove è presente anche una bellissima intro fatta con l’armonica!!
Altra perla è sicuramentente"
Lower the Flags" ,il funerale di un amico in presa diretta, con un testo evocativo come non mai.
Già dalle prime note della strumentale "
Karu" si intuisce che sta per arrivare la “fine” e che questa sarà degna di un gruppo come i
Sentenced, e come se si vivesse sospesi tra la bellezza del pezzo e l’esplosione di emozioni, brividi, ricordi e lacrime che ci stanno per travolgere…
Le note di "
End of the Road" sembrano arrivare da un’altra realtà, il ritornello non esiste ma c’è il coro dei bambini che fa sobbalzare e che rende unico l’intero album.
L’assolo finale regala un concetto di “addio” che difficilmente si potrebbe trovare piu’ profondo anche in un libro di 1000 pagine.
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