I Bitune sono quattro giovani ragazzi tedeschi che vantano però una decina d'anni di attività ed un paio di demo ben accolti dalla critica locale. Ma la loro vera fortuna è stata quella di essere notati da Martin Kent (alias Ace), già chitarrista di Skunk Anansie ed ora impegnato come talent-scout e produttore, il quale li ha presi sotto la sua protezione aiutandoli a migliorare l'impostazione stilistica e favorendone un graduale inserimento nella scena rock commerciale. Ed è sempre lui a collaborare con i Bitune per la realizzazione di questo breve lavoro, cinque tracce di presentazione per quella che evidentemente ritiene una formazione dal buon potenziale. In effetti si tratta di brani ben congegnati, che prendono a modello quel moderno tipo di rock imparentato con le atmosfere tese e sofferte del grunge ed anche con la spigolosità metallica di ultima generazione. Tanto per dare un'indicazione siamo grosso modo nella stessa direzione di gente come Foo Fighter, Audioslave, Nickelback, Valis e simili. Sound allo stesso tempo aspro e radiofonico, pesante ed orecchiabile, tenuto sotto controllo in modo ferreo perchè non si spinga troppo in un senso o nell'altro. Massima cura per l'aspetto melodico-vocale e prova positiva per il cantante Sascha Wiegand, lineare e contenuto ma anche passionale e bravo nello smorzare i toni senza cadere nel melenso. Lo dimostra la bella sfumatura malinconica inserita nell'atmosfera sospesa della ballata "Stars are stereo", il brano più calmo ed affascinante del lavoro che in alcuni momenti ricorda alla lontana i Soundgarden. Gli altri episodi hanno un taglio più nervoso ed irruento, specie "Still" e "Change", e mantengono alta la tensione grazie al consueto scontro delle fasi heavy ed urlate con le aperture melodiche pop-rock. In questo senso la canzone più efficace di tutte risulta "All in one", per i suoi toni agrodolci rivestiti da una struttura ritmica massiccia e serrata. I Bitune dimostrano che la fiducia di chi ha creduto in loro non è stata sprecata. In relazione al genere questo lavoro è una buona base di partenza, qualitativamente nella media ma con ampi spazi di crescita. Per il momento limitiamoci ad una larga sufficienza per il gruppo germanico, in attesa delle prossime realizzazioni che potrebbero confermarli tra i migliori esponenti del moderno rock alternativo.