Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2006
Durata:58 min.
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. NIGHTMARE
  2. WILDFIRE
  3. SINNERS
  4. TIME WILL TELL
  5. WEREWOLF
  6. PARANOID
  7. BLACK DEATH
  8. IN YOUR KEEPING
  9. ANGEL OF SIN
  10. SACRIFICIAL WANDERER

Line up

  • Paul Parry: vocals
  • Steve Slater: guitars
  • Gordon Denny: bass
  • Karl Wilcox: drums

Voto medio utenti

Un debutto che, come si suol dire, si è fatto parecchio attendere.
La leggenda dei Rekuiem narra di un doppio singolo ‘Angel Of Sin/Sacrificial Wanderer’ dato alle stampe addirittura nel 1980, in piena NWOBHM era.
Proprio questi due pezzi vengono ripresentati rinvigoriti in chiusura di album quasi a suggellare la buona riuscita di un prodotto che risente indiscutibilmente delle riminescenze eighties ma non per questo risulta essere datato o peggio anacronistico.
L’heavy rock proposto dall’accoppiata Karl Wilcox (Diamond Head) Steve Slater trovano nell’ugola attrezzata e belligerante di Paul Perry (Trafalgar) l’appropriato viatico a composizioni rocciose, aspre, dense di qualità e carisma in grado di lasciare il metal fan più intransigente letteralmente estasiato.
Fin dall’opener ‘Nightmare’ si capisce che il tempo trascorso tra palchetti più o meno polverosi lungo tutto il Regno Unito ha dato i suoi frutti: tecnicamente brillante, con un riff sputato fuori direttamente dalla Flying V di Sua Maestà Michael Schenker, la song in questione colpisce anche e soprattutto per l’incedere estremamente melodico nonché fresco e accattivante.
E’ proprio la produzione di ‘Time Will Tell’ uno dei punti di forza: limpida, tuonante, ruvida nelle parti ritmiche, minuziosamente squillante nei solo (in un’unica parola, Killer!) e nella voce di Perry (senza timore di smentita MVP dell’album).
Sedetevi comodi e lasciate scorrere il vostro laser di fiducia tra le onde assassine di ‘Werewolf’ e gli uptempo di ‘In Your Keeping’, le strutturate ‘Time Will Tell’ e ‘Sinners’ pregne di quella vecchia arte di proporre la nostra musica preferita che tanto ci mancava.
La cover di ‘Paranoid’ (vietato chiedere la band madre!) viene qui amabilmente distorta, brutalizzata quanto basta da conferirle una luce selvaggiamente sinistra che ci ha ricordato i Judas Priest di ‘Stained Class’, i Demon di ‘Breakout’ o, meglio, i Diamond Head di ‘Am I Evil?’.
Capisco quanto possa essere difficile procurarsi questo dischetto attraverso le spire di una distribuzione nostrana spesso lacunosa ma, vi giuro, ne vale davvero la pena.
Recensione a cura di Alessio Minoia

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