Breed77, il nome non dovrebbe lasciare del tutto perplessi in quanto la band anglo spagnola è riuscita, seppur parzialmente, a scalfire le classifiche britanniche con il precedente album ‘Cultura’ entrando, di conseguenza, a far parte della schiera di giovani e impenitenti gruppetti dediti ad un rock tutto riff e anthem da canticchiare sotto la doccia.
Rispetto a Lost Prophets, Bullet For My Valentine, Papa Roach e proseliti vari affiora in ‘In My Blood’ una accentuata componente etnica percussiva che si amalgama perfettamente alla struttura basicamente minimale/ritmica composta da schitarrate decise ed incessanti.
Il terzo capitolo gode di una eccellente produzione e di una smaccata strategia compositiva che tende a richiamare palesemente alcune caratteristiche degli immancabili System Of A Down (cambi di ritmo, link arabeggianti, accellerazioni repentine, suono pieno e corposo), andando a sposare il versante crossover aperto oltre un decennio orsono da 24-7 Spyz, Faith No More e Urban Dance Squad.
Immaginate tutta questa sopracitata mistura diluita in un magma di cori e coretti (formalmente) ineccepibili, in grado di smuovere orde di famelici adolescenti in cerca di nuovi tensioni sonore e addizionate il composto con pennellate di flamengo, thrash (modello Bay-Area) e la ruffianissima riproposizione di formazioni a dire il vero discutibili (Nickelback, Staind) in quanto a staticità compositiva ed eccoci alle prese con il giudizio finale di ‘In My Blood’.
‘Empty Words’, ‘Look At Me Now’ e la spagnoleggiante ‘The Game’ le perle di un dischetto buono quale sottofondo di giornate lavorative noiose e null’altro.
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