Notevole. Un ottimo album ed un'evoluzione che non ti saresti davvero aspettato. I Cydonia ci riescono estremizzando le idee gia espresse due anni fa, ai tempi del debutto su brani come "Confused Future" e "Legend in Time ", quest'ultimo il brano migliore di "Cydonia" ('01) un album che li vedeva muoversi tra Helloween, Gamma Ray e Labyrinth. In effetti i legami con questi ultimi erano evidenti, e non solo sul piano della proposta musicale. Infatti Dan Keying, prima dell'arrivo di Tiranti, era stato per un breve periodo nei Labirynth, ed inoltre Olaf Thorsen ha preso parte all'album come musicista ma anche come compositore, e Mat Stancioiu vi ha suonato la batteria. Ora molte cose sono cambiate, nel gruppo troviamo due nuovi musicisti a completare la formazione ma sopratutto si nota subito che il cantante ha preso in toto le redini dei Cydonia. A lui tocca il compito di unico compositore (musiche e testi) ed il ruolo di co-produttore assieme a Luigi Stefanini (New Sin Studio, quindi). Non è semplice riassumere in poche parole il concept creato per "The Dark Flower" da Dan Keying, incentrato sulla visione della nostra quotidianità come un mondo virtuale supervisionato dai suoi creatori, in cui riusciamo a cogliere la realtà solo attraverso i sogni. E' ancora più difficile tratteggiare le 10 canzoni presenti, dove strutture tipicamente thrash vengono arricchite da variazioni alienanti e danzerecce, in grado di passare da momenti quasi Nu Metal ad altri tipici del Pop, con i ritmi scattanti che vengono attenuati da passaggi melodici, dove è la bella voce di Dan a fare la differenza. Detto così si potrebbe pensare ad una accozzaglia di suoni, ma la bravura dei Cydonia è proprio quella di dare ordine ed un filo logico alle canzoni, ben bilanciate e che si rivelano anche dinamiche e coinvolgenti. Nella tracklist troviamo una cover, ed anche in questo caso i Cydonia pescano lontano dal Power Metal. Tocca infatti, ad una versione di "Voices", famoso successo pop rock di Russ Ballard, che nella versione dei Cydonia si incastra perfettamente tra l'opener "Midnight Man", brano thrashy ma dal ritornello accattivante, e "One Last Crime" che parte melodica e poi si rivela uno dei pezzi più complessi di "The Dark Flower": Thrash (Bay Area docet), ritornello Pop, qualche escursione nel Prog e finale rappeggiante. Sulla successiva titletrack Steve Sguario piazza un breve solo che sa di rock'n Roll ipervitaminizzato mentre il nuovo entrato Pete Daniels "spacca" alla ritmica, ed io mi convinco che Dan nei passaggi più aggressivi ricorda non poco Peavy dei Rage. Mischiate un po' le carte si ottengono gli stessi ottimi risultati sui brani seguenti, che a mio parere raggiungono l'apice sulla serrata "Another Age", dove è presente il più bel refrain che ho sentito negli ultimi tempi, e su "Diamond Dust". Concludo con quella che non sarà un'affermazione da true defender, ma certe sonorità schizzate e "moderne" con basi Thrash non ci stanno male. In questo mi ricordano qualcosa degli ultimi Angel Dust, ma soprattutto portano un po' di aria nuova in una scena tutto sommato immobile (ma a me va vene anche così!) come quella Heavy Metal.
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