I Kruger sono una band svizzera qui al terzo disco, dopo l’esordio “Built For Speed” ed il successivo “Cattle Truck”. Il nuovo “Redemption Through Looseness” è fortemente ispirato, per citare le parole stesse della band, ad acts quali Isis, Neurosis, Breach, Converge e Tool.
I nomi citati sono certamente importanti e va dato atto alla band di, pur non avendo magari la classe dei succitati, aver creato un discreto wall of sound, dove le note scorrono in maniera magmatica, deturpate dall’insania compositiva della band, che si esprime con break violentissimi, lunghi passaggi noise/industrial, riffing brutale e groovy ed un singer quasi perennemente in overdrive.
La musica è spesso intricata, con un tocco progressivo, e quasi mi lascia spazio a momenti di aperta speranza, preferendo ripiegarsi su se stessa in maniera claustrofobica.
Le canzoni non sono mai immediate e sovente si esprimono sulla lunga distanza, come ad esempio “Holy Fire” e “Crusaders”, le quali addirittura superano gli otto minuti e sfibrano l’ascoltatore.
Buona la produzione, mentre il mixaggio è opera di Kurt Ballou dei Converge.
Il risultato finale è un disco molto heavy, sicuramente buono ma non facile da ascoltare, e le sensazioni che suscita sono tutte estreme, di estrema sofferenza.
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