La voce in falsetto più famosa nella storia del rock (dopo Geddy Lee, naturalmente) torna come solista a 6 anni da "Roaring light", disco registrato in Italia che vide Surkamp collaborare con la cover band di Frank Zappa "Ossi duri", farsi intervistare da Red Ronnie e partecipare ad un duetto con Andrea Mirò (compagna di Enrico Ruggeri, grande fans dei Pavlov's Dog) in "The fairest of the season" incluso nel cd "Lucidamente", per poi tornare in USA e riformare i Pavlov's Dog con uno show benefico (2004) a cui fece seguito un tour europeo (2005 e 2006) confermato anche quest'anno con 6 date in Grecia, Belgio, Germania (il paese con il fan base più numeroso). Contrariamente a quanto la dicitura "Pavlov's dog trinity sessions" possa far ben sperare, in "Dancing on the edge of a teacup" c'è poco del melodic rock settantiano venato di sfumature prog che aveva reso celebre la band di St. Louis con "Pempered menial "e "At the sound of bells", e così dopo il promettente inizio di "Looking for my shadow" (l'unico brano dallo spirito rock che richiama i Pavlov's Dog, ispirato alla fiaba di Alice) ed un bel momento malinconico - psichedelico ("Losing my piano"), Surkamp si adagia su melodie pop folk di fine anni 60 che, dice lui, sono state sempre molto presenti nel suo bagaglio musicale. Nell'acustica orchestrale "Highlife burning" spiccano un guitar solo di chitarra elettrica alla Santana, cori e canti di uccellini, mentre "Wrong", cantata dalla moglie Sara, alterna momenti soul acustici ad un refrain melodic rock che lo vede impegnato al controcanto, l'ispirazione per "Ghost barres" è giunta invece guardando vecchi film di vampiri ed il suo ritmo un po' monotono si regge su un tappeto di tastiere e brevi slanci di chitarra psichedelica, la melodia di "Life in perfect times" arriva dopo che a David la moglie regala una Fender a 12 corde ed il dono è ricambiato con uno dei brani più belli ed intensi di tutto il disco, concluso dall'acustica semiallegra folk "One of these days", in cui compare un banjo ed un dulcimer, altro strumento donato a David dal proprietario di un guitar shop. Acquisto consigliato solo ai fans più incalliti di un cantante che a distanza di 30 anni si presenta ancora in forma smagliante (sarà poi vero o è una leggenda metropolitana che faceva inalazioni di elio prima di cantare?), mentre la Rockville Music prepara la ristampa dei due cd dei Pavlov's Dog usciti solo in versione semiufficiale, "Has anyone here seen Sigfried" e "Lost in America", con l'aggiunta di rari inediti. Personaggio schivo ed isolato, Surkamp ed i suoi Pavlov's Dog hanno segnato un capitolo importante nella storia del rock, regalandoci una tra le più belle e malinconiche ballad, quella "Julia" che lo vede raggiungere le più alte vette vocali di sempre, ed è un vero peccato non riuscire a vederli da queste parti, accontentiamoci di questo disco appena discreto e dei vari filmati su youtube, sperando che forse un giorno, dopo Geddy Lee, anche il suo falsetto torni ad incendiare i cuori dei melodic rockers italiani più nostalgici ed esigenti.
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