Dopo la superba prestazione che i Malevolent Creation confezionarono sul palco del Logo Loco di Genova il 23 marzo scorso, l’attesa per la pubblicazione del loro undicesimo studio album era tanta.
In quel di Genova ritrovai con grande piacere un tonico Hoffmann, che fortunatamente risulta essere parte integrante della formazione anche su "Doomsday X".
Una delle recriminazioni che muovevo nei confronti dei Malevolent è stata quindi depennata, in quanto il ritorno di Brett manda in cantina i tempi in cui il microfono era affidato a voci potenti ma estremamente piatte e prive del trasporto che lui è ancora in grado di proporre nonostante siano passate parecchie primavere dai tempi memorabili di “The Ten Commandments” o “Retribution”.
Partita la riproduzione del disco si capisce subito che il lavoro con cui si ha a che fare è di notevole caratura. La band presenta un affiatamento che ha quasi dell’incredibile; manco a dirlo il posto d’onore è riservato a chitarra e batteria, artefici di ritmiche devastanti ed elaborate quanto genuinamente death metal. L’estro di Fasciana si attesta su ottimi livelli regalando alle nostre orecchie quanto di meglio la tradizione estrema americana ha ideato nella propria storia, aromatizzata da quel retrogusto black che il gruppo accarezzò per la prima volta nel monumentale “Envenomed” sette anni or sono.
La precedente citazione della batteria si è resa necessaria in quanto su “Doomsday X” troviamo un Curloss esplosivo, estremamente disinvolto col proprio strumento di cui si apprezza particolarmente l’ottimo uso dei piatti e della gran cassa, sul cui impatto agisce profondamente il lavoro svolto in sede di registrazione da Gus Rios, che confeziona dei suoni finalmente degni dopo anni trascorsi a bestemmiare sulla resa della cassa, che sembrava di plastica, o del basso spesso e volentieri eccessivamente enfatizzato.
Alla luce di quanto fin qui scritto è chiaro come il sole che “Doomsday X” si presenti come nuovo termine di paragone per il death americano, rendendo superfluo l’inseguimento di modernismi o innovazioni che i Malevolent Creation lasciano volentieri ad altri.
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