Che bella colata di depressione cosmica questi Finnici Depressed Mode al debutto ufficiale con Ghosts Of Devotion, che a poi a dirla tutta non sono proprio dei novellini visto il cantante milita anche negli Shape Of Despair e nei Tyrant, e chi vuole capire capisca. La sostanza in ogni caso è sempre la stessa, un Doom Metal molto malinconico tinto da sfumature Death Metal, ovviamente più che nelle strutture dei brani nelle vocals, profonde ed avvolgenti. Qui dentro è presente un po’di tutto, dai My Dying Bride passando per le bands madri del cantante, tutto però condito dal giusto pizzico di personalità che li può distinguere dalla massa. Bisogna dire che anche stavolta la Firebox ci ha visto bene, consegnando alle stampe un lavoro che i fans apprezzeranno sicuramente. Alone, So Long e Fallen Angel la dicono lunga sulle loro intenzioni suicide, non siamo ai livelli di oscurità delle peggiori Depressive Black Metal bands Americane, comunque non è che qui escano fuori raggi di luce accecanti. Onestamente in un disco simile tutto pensavo di trovare tranne che la cover di Dunkelheit (Burzum per chi ancora non lo sapesse), canzone che tra l’altro ci sta proprio a pennello, grazie anche a degli arrangiamenti adeguati, ma il suo tocco perverso e ipnotico è impossibile da cancellare e quindi lasciatevi sommergere da un mare nero di malinconia. Non ho altro da aggiungere, questo esordio sulla lunga distanza si manifesta per una buona dose di qualità e personalità, se siete amanti del Doom Metal nella tipica vena degli Shape Of Despair e compagnia bella fatevi sotto (terra).
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