Nonostante il successo che questo disco ha raggiunto ai tempi della sua uscita (anno di grazia 1989) fosse anche determinato dagli scompensi ormonali che l'allora giovane ed affascinante Sebastian Bach provocava nelle teenager americane e non, a cui si aggiunge una ballad dolce e un po' ruffiana come "18 And Life" (nonostante il testo sia tutt'altro che una canzone d'amore), "Skid Row" rimane uno degli apici più alti toccati dal movimento street/hard rock losangeliano di fine anni '80. Gli Skid Row esordiscono con un sound che unisce l'attitudine tipicamente street di band come Guns'n'Roses e L.A. Guns, fatta di chitarre urlanti e graffianti, con la melodia di scuola bonjoviana, senza mai però raggiungere i livelli di ruffianaggine e zuccherosità del gruppo di "Slippery When Wet". Il disco contiene undici pezzi stupendi, ma sono i tre singoli da cui gli Skid Row hanno estratto altrettanti video ad aver decretato il successo a livello commerciale del disco: sto parlando di "18 And Life", "Youth Gone Wild" e "I Remember You". La prima è probabilmente il pezzo più conosciuto degli Skid, e di fatto è una delle più belle ballad mai composte da un gruppo hard rock: l'arpeggio iniziale è inconfondibile e la voce di Sebastian Bach raggiunge livelli interpretativi altissimi. Ma nonstante la dolcezza del pezzo, il testo è tutt'altro che mieloso, e tratta delle vicissitudini e dei disagi del diciottenne Ricky. Nota di merito anche l'assolo finale, veramente da brivido. "Youth Gone Wild" è invece un pezzo più cattivo, sorretto da un riff sporco, grezzo e trascinante, che esplode in un chorus anthemico come non mai. "I Remember You" è invece la love song dell'album, introdotta da un arpeggio di chitarra acustica con la voce di Bach che ancora una volta incanta. Un pezzo intenso e veramente emozionante. Tra gli altri pezzi, tutti di altissima qualità, mi permetto di segnalare "Rattlesnake Shake", "Midnight/Tornado" (un pezzo tesissimo, a mio avviso troppo sottovalutato all'interno di questo disco e nella discografia degli Skid Row in generale), "Here I Am" (con un chorus esaltante) e "Can't Stand The Heartache".
Il guitar work di Dave "Snake" Sabo è grintoso e molto grezzo, grazie soprattutto ad un uso molto efficace ed azzeccato degli armonici indotti, che fanno "urlare" la sua chitarra, ma anche nei frangenti solistici il chitarrista mette in mostra le sua abilità regalando degli assoli fantastici, come ad esempio in "18 And Life", "Midnight/Tornado" o "I Remember You".
Un disco che riesce ad amalgamare alla perfezione la ruvidezza dello street con la melodia del glam, senza eccedere da una parte o dall'altra, cosa che non accadrà invece con il successivo "Slave To The Grind", con cui gli Skid Row decideranno di indurire il proprio sound. In ogni caso, "Skid Row" è un must assoluto per gli amanti dello street/glam/sleaze ottantiano.