Copertina 8

Info

Past
Anno di uscita:1986
Durata:33 min.
Etichetta:Cogumelo
Distribuzione:Roadrunner

Tracklist

  1. MORBID VISIONS
  2. MAYHEM
  3. TROOPS OF DOOM
  4. WAR
  5. CRUCIFIXION
  6. SHOW ME THE WRATH
  7. FUNERAL RITES
  8. EMPIRE OF THE DAMNED

Line up

  • Paulo Jr. : bass
  • Igor Cavalera : drums
  • Max Cavalera : vocals, guitars
  • Jairo Guedz : lead guitars

Voto medio utenti

A Belo Horizonte, in Brasile, per l’esattezza nel 1984, i due fratelli Cavalera Max (chitarra) e Igor (batteria) – in seguito alla morte del padre fondarono una delle band più importanti di sempre: i Sepultura.

Inizialmente i Sepultura vedevano – oltre ai due fratelli – Wagner "Antichrist" Lamounier al microfono, Roberto Raffan al basso e Roberto UFO alla seconda chitarra.

Da principio il gruppo non aveva neanche i soldi per far suonare un drum kit decente ad Igor, tant’è che dovettero appoggiarsi a quello di un drummer del quartiere (Berto Pinga).

Poco tempo dopo aver svolto qualche show i Cavalera furono abbandonati da Raffan e UFO, i quali vennero prontamente sostituiti dai rispettivi Paulo Jr. (basso) e Jairo Guedz (chitarra). I cambi di line-up però non finirono qui, dato che nel 1985 anche Lamounier se ne andò via a causa di alcuni diverbi con i due fratelli, formando così i Sarcófago (formazione che diverrà di notevole importanza per lo sviluppo del Metal estremo); e fu così che Max decise di ricoprire anche il ruolo di cantante.

Di lì a poco otterranno un contratto discografico con la Cogumelo Records, con la quale vedrà la luce lo storico EP “Bestial Devastation”, e nel 1986 il loro primo vero e proprio full-length: “Morbid Visions”.

“Morbid Visions” rappresenta uno dei primi dischi Death, o meglio Proto-Death – date le forti influenze Thrash che impediscono di categorizzarlo a pieno nel metallo della morte –, subito dopo i primi due lavori dei Possessed, “Seven Churches” (1985) e “Beyond the Gates” (uscito pochi giorni prima di “Morbid Visions”), da cui i brasiliani, per quel che riguarda il primo, ne erano stati probabilmente influenzati. Così come lo erano stati da Slayer, Venom, Bathory e Kreator.

Il debut dei ragazzi di Belo Horizonte rappresentava uno dei prodotti più estremi della sua epoca, ricordiamoci che nel 1986 i vinili più pesanti erano stati partoriti dalle band citate qui sopra e da poche altre.

In questo LP i Sepultura sono ancora ben lontani dai testi introspettivi o a sfondo sociale che inizieranno a mostrare dal successivo “Schizophrenia”(1987) – che tra l’altro vedrà l’entrata di Andreas Kisser alla chitarra –, concentrandosi esclusivamente su temi satanici, come si può evincere da un primo sguardo alla copertina.

Il debut dei quattro brasiliani sfoggiava un sound ancora molto grezzo, basato quasi interamente su pezzi veloci e suonati con una tecnica piuttosto approssimativa, con varie imprecisioni nei tempi e un songwriting non molto elaborato; ma nonostante ciò, riusciva, e riesce tutt’ora a trasmettere una carica pazzesca, grazie ad un'attitudine tra le più selvagge mai udite e ad una manciata di riff semplici e di presa immediata. Non a caso conteneva alcune perle, che risuonate in futuro, con l’abilità esecutiva che via via acquisirà la band, riusciranno ad innalzarsi al livello di veri e propri classici del genere, come per esempio la title-track e “Troops of Doom”.

La resa sonora del platter purtroppo risultò pesantemente penalizzata da una produzione pessima, con suoni da semi scantinato, e neanche dei migliori.

Registrato e mixato dagli stessi Sepultura, assistiti da L.W. Alps Becher III, in soli 7 giorni di permanenza agli Estudio Vice Versa di Belo Horizonte.

L’album è composto da otto pezzi per un totale di circa 33 minuti; la versione originale su vinile presentava una intro con il primo movimento dei Carl Orff's “Carmina Burana ("O Fortuna")” senz’averne dichiarato l’appartenenza – non a caso in seguito, nelle successive ristampe, verrà tagliata –, dopodiché si scatena l’inferno con una serie di bordate nei denti una dopo l’altra, a partire dalla già citata “Morbid Visions” fino alla finale “Empire of the damned”, in maniera decisamente monolitica e con poche sfumature. Otto tracce in cui comunque è possibile scorgere momenti decisamente esaltanti, che oltre alle già menzionate, fanno appello al nome di “Mayhem”, “Crucifiction" e della violentissima “War”.

Il merito maggiore dei Cavalera è di aver portato il Metal su un livello di potenza e di estremismo sonoro raramente riscontrabile in quegli anni; come già detto solo Kreator, Possessed e Slayer (per la verità con risultati migliori dei brasiliani) si erano spinti così oltre, e forse vagamente i Sodom con “Obsessed by Cruelty”.

Tale merito è da attribuirsi prevalentemente al riffing efferato di Max, unito al suo growl primitivo e potente (tra i primi della storia), e al drumming caotico ma dall’impatto devastante di Igor; mentre Paulo Jr. al basso risulta quasi inesistente. Stessa sorte per Jairo alla seconda chitarra, il quale si è limitato a seguire le coordinate dettate da Max.

L’esordio dei Sepultura è stato un lavoro pionieristico, che pur con tutti i suoi difetti, insieme ad un pugno di altri prodotti seminali, ha segnato il passo da seguire per la nascita del Death Metal, del Black e di tutti i sottogeneri più oltranzisti della nostra amata musica.

Uno dei platter più “ignoranti” della storia, che proprio in questi giorni è stato ripubblicato da Max e Igor con una veste più moderna...
Ma le origini non si dimenticano.






Recensione a cura di DiX88
Successore naturale dell'EP

Ignoranza e cafonaggine inarrivabili. Un po naive ma la spontaneità della sua furia lo rende un album essenziale della discografia dei brasiliani.

morbid visions

pazzesco il grezzume che esce da quest'album

Sepultura-morbid visions

E' unalbum Irrompente, innovativo dal punto di vista thrash e che da le basi anche del death metal. Tutte le tracce sono coinvolgenti e piene di energia, unica pecca una lieve ripetitività Voto 8/10

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