Scaricare Clive Burr poteva rivelarsi un grave errore e ancora oggi le modalità dell’addio al drummer sono coperte da cordiale mistero, anche se i
Maiden hanno sempre cercato di stare vicino all’ex batterista, ora gravemente malato. Dietro i tamburi arriva l’istrionico Nicko McBrain, uno stile completamente diverso (io, ad esempio, ho sempre preferito Clive) ma sicuramente efficace.
Lo si capisce immediatamente, grazie ad un’opener che già proietta il disco verso vette inarrivabili.
Revelation mostra invece la crescita compositiva avvenuta nei mesi successivi all’arrivo di Bruce, mentre credo che forse nessun disco possa vantare una tripletta degna di
Flight Of Icarus/Die With Your Boots On/The Trooper. E se la prima e la terza sono arrivate in fretta al grande pubblico, secondo me ache l’altra avrebbe meritato migliore fortuna.
Still Life è probabilmente una grande incompiuta, mentre
Quest For Fire propone il riffone galoppante più classico che ci sia, poi usato ed usurpato nel corso dei decenni da centinaia di band, Maiden compresi. Ritornello da applausi a scena aperta per
Sun And Steel, prima che l’articolata
To Tame A Land arrivi a chiudere l’ennesima prova maiuscola della Vergine di Ferro.
Dopo tre dischi monumentali era difficile fare meglio e in effetti i Maiden non ci riescono, anche se è impossibile negare che Piece Of Mind sia un discone in grado di resistere nel tempo, che però paga una seconda parte non all’altezza della prima. Poco male, comunque. Nove e mezzo invece di dieci per il quarto disco può anche andare bene, no?