Dopo tre demos arrivano al debutto i nostrani The Sun Of Weakness, quintetto ricco di talento cui evidentemente la gavetta, e cioè il fatto di non uscire subito con un disco, ha fatto molto, ma molto, bene.
Il risultato è un sound oscuro, decadente, dai tratti marcatamente gotici, ideale per queste fredde ed uggiose giornate autunnali. La definizione che danno della loro musica, “dark emotional music” è perfettamente calzante. Dieci gemme di rara bellezza e fragilità, struggenti, intime, dove il singer Alessandro Cammilletti, autore anche delle splendide lyrics, offre una prova oltremodo espressiva, che non si lascia mai sporcare da tentazioni più aggressive, utilizzando solamente le clean vocals.
Tratti fondamentali della musica di questo “Trompe L’Oeil” sono la malinconia e la melodia, che si fondono dando vita ad un connubio prezioso.
Un ruolo fondamentale l’hanno le tastiere, capaci di creare atmosfere quasi palpabili di pathos e suggestioni oscure, melanconiche, dove lo spleen si sublima assurgendo a state-of-art che forse nemmeno le band citate nella bio, come punti di riferimento, sono mai riuscite ad arrivare. Sarebbe ingiusto fare nomi, ingiusto per i The Sun Of Weakness e per la loro bravura.
Vorrei dire molte parole, ma nessuna di queste sarebbe in grado di descrivervi l’oceano di emozioni che trasmettono perle come “In Alarm”, “Chemical Frustration”, “All My Discord” o la conclusiva “Insidious Line”. Non potrebbero che essere parole banali. Il silenzio contemplativo è l’unica risposta possibile.
Capolavoro assoluto, forse irripetibile.
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