Copertina 6

Info

Anno di uscita:2007
Durata:51 min.
Etichetta:Escape Music
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. WAR ZONE
  2. KILLING GHOSTS
  3. CAN YOU HEAR ME CALLING
  4. GORHAM’S CAVE
  5. DARK NIGHT
  6. HOLY GROUND
  7. NEVER SAY NEVER
  8. NOW YOU!
  9. WANTED
  10. THE UNKNOWN
  11. THE STORY OF MARIE DE FRANCE
  12. SNOWBIRDS
  13. WHY (BONUS TRACK)

Line up

  • Carolina Lindwall: vocals
  • Jon Stavert: guitars, vocals, synthesizers
  • Christian Sundell: drums
  • Johan Holst: bass

Voto medio utenti

Nuova proposta musicale in ambito hard/melodic rock, proveniente dalla fredda Svezia, questi Jet Trail, che esordiscono sul mercato con un “Edge of Existence” carico di buoni propositi. Il combo è capitanato dalla cantante Carolina Lindwall, già pupilla di sua maestà Ritchie Blackmore in un precedente progetto folk che faceva da opener ad alcune serate dei Blackmore’s Night. È lei, infatti, con il chitarrista Jon Savert, a comporre le 13 tracce di questo dischetto d’esordio, che sorvolano a velocità altalenante su campi seminati ad hard rock, a volte scendendo di quota su ambientazioni più melodiche e raffinate, altre tirando su la cloche con sferzate più robuste, ben condite dai solidi riffs molto anni ’80 della 6 corde di Jon.
La band dimostra un discreto eclettismo, pur non lasciando gridare al miracolo: troppo spesso, infatti, le canzoni sanno di già sentito, di poco originale, problema che come un fastidioso herpes infetta il genere da molti, troppi anni. La potenza è spesso sacrificata in favore di una produzione più catchy, molto radio-oriented, con ovvi obiettivi da classifica. Degni di menzione, la stupenda “Can you hear me calling”, solido rock in cui l’ugola di Caroline vola davvero alto, l’opener “War Zone”, potente e convincente, “Never say Never”, dal riff spacca-casse, purtroppo penalizzato da una produzione troppo poppy, seppur di buonissimo livello.
I riferimenti dei Jet Trail potrebbero essere rintracciati in una miriade di bands, con un sound che, a seconda dei momenti, si accosta a Evanescence, Doro, Roxette, certi The Gathering, pur rimanendo con i piedi ben piantati in un rock semplice ed onesto, anche se un pò troppo di maniera. Un esordio, insomma, che attende una definitiva riconferma o smentita, come una pianta assetata attende qualche goccia di pioggia in un torrido pomeriggio di giugno, pur sapendo che le possibilità sono quantomeno remote…
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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