Da buon nostalgico ottantiano ogni volta che sento parlare di Veni Domine mi vengono alla mente gli Heavy Load, storica band epic svedese. Quale il legame? Ormai nessuno, infatti mi faccio sempre fregare chiedendo al buon Graz il disco da recensire.
Un tempo però furono i fratelli Wahlquist a lanciare e produrre i Veni Domine, attraverso la loro Thunderload Records, poi andata in rovina nel 2000 a causa di un allagamento dello studio svedese. I legami con gli Heavy Load qui iniziano e qui finiscono. I Veni Domine, infatti, sono una delle christian doom band ormai più note, grazie a sei album dal 1992 ad oggi, l'ultimo dei quali, appunto, questo "Tongues". Dopo una pausa forzata per problemi personali, tornano sul mercato e lo fanno con un album piacevole, ma nulla più.
A cavallo tra il doom più ortodosso svedese ed il prog heavy melodico di band quali Fates Warning o Queensryche, i Veni Domine si rivelano anche questa volta discreti, ma non lasciano il segno come dovrebbero. A loro sfavore gioca anche una produzione esile ed innocua, che non incide affatto.
Peccato, perchè brani validi ce ne sono, come "The Rider on the White Horse" oppure "Stay With Me" e altri ancora. Sperimentazioni mischiate al sound doom melodico, con un occhio di riguardo verso scelte catchy sempre presenti e azzeccate. Ma "Fall Babylon Fall" del 1992 era roba di ben altra stazza, e non credo che questo "Tongues" vi si avvicini anche solo lontamente.
Resta piacevole, a tratto noioso, a tratti accattivamente, ma destinato al dimenticatoio, eccezion fatta per gli aficionados del genere o per i christian metallers incalliti e fondamentalisti.
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