Soltanto quattro anni intercorrono tra l’uscita di “Appetite For Destruction” e “Use Your Illusion”, il cui primo capitolo è l’oggetto di questa recensione.
Partiamo subito col dire che questo lavoro si discosta in maniera netta rispetto al suo illustre predecessore, in quanto figlio di un gruppo diverso da quello conosciuto nell’87, che per giunta approda in un modo dell’hard & heavy in subbuglio a seguito dell’uscita di “Nevermind” dei Nirvana e del “Black Album” dei Metallica.
Come accennato in apertura, gli equilibri interni ai Guns risultano radicalmente cambiati e si concretizzano in un disco che esalta la frattura esistente tra Axl, determinato a sviluppare composizioni più elaborate e sottili, e il resto della band poco incline ad abbandonare l’hard rock del debutto. Questa contrapposizione poteva sfociare in qualcosa di davvero pregevole se il gruppo fosse stato in grado amalgamare al meglio le due anime presenti al suo interno. Tale situazione, tuttavia, non si verificò in quanto le divergenze in seno ai Roses, oltre che sul piano artistico, erano presenti anche su quello umano e produssero un progressivo venir meno dell’affiatamento tra i cinque musicisti che si era manifestato a partire dal dopo “Lies” con la cacciata di Steven Adler, reo di non essere riuscito a chiudere con la droga, e l’inserimento di Matt Sorum.
Le considerazioni fin qui esposte costituiscono la chiave di lettura necessaria a dare un senso alla mancanza di una linea guida all’interno di questo “Illusion I”, che si rivela troppo discontinuo non solo stilisticamente ma anche a livello qualitativo, mescolando pochi brani meritevoli , nella fattispecie “Perfect crime”, “November rain” (soprattutto per merito del solismo di Slash) e “Coma”, con molti riempitivi tra cui “Don’t cry”, tanto celebre quanto smodatamente mielosa.