Taake - Nattestid Ser Porten Vid

Copertina 10

Info

Past
Genere:Black Metal
Anno di uscita:1999
Durata:42 min.
Etichetta:Wounded Love Records

Tracklist

  1. I
  2. II
  3. III
  4. IV
  5. V
  6. VI
  7. VII

Line up

  • Hoest: vocals, guitars
  • Frostein S. Arctander: drums, bass

Voto medio utenti

I Taake si formarono a Bergen, inizialmente con il nome Thule, per volontà di Hoest e Svartulv (al tempo dodicenne). Cambiarono moniker in Taake, a seguito della pubblicazione di tre demo – l’ultimo nel 1995 – , che in norvegese è traducibile come “nebbia”, ispirandosi alle condizioni atmosferiche dei luoghi di nascita di Hoest: le sette montagne di Bergen.
Con il nuovo nome rilasciarono nel 1996 il primo Ep,“Koldbrann i Jesu Mar”, per poi finalmente nel 1999 – in seguito all’uscita di Svartulv e l’ingresso del turnista Tundra al basso, alle pelli e alla seconda voce -pubblicare il loro primo full-length: “Nattestid Ser Porten Vid”, tramite la Wounded Love Records.

Nel 1999, in terra norvegese, i grandi capolavori di band come Darkthrone, Immortal, Satyricon, Burzum, Enslaved, Ulver, ecc.ecc., erano già stati partoriti, ed era già stato scritto quasi tutto…. ”Quasi”. Mancava all’appello il primo gioiello della creatura di Hoest.

“Nattestid Ser Porten Vid” rappresenta il primo scintillante capitolo di una trilogia che continuerà con i due album successivi: "Over Bjoergvin graater himmerik" (2002) e "Hordalands doedskvad" (2005).

Il debut dei Taake è un urlo straziante nel silenzio di una tormenta di neve che dopo il suo passaggio lascia spazio alla completa glaciazione.
Uno degli album più gelidi che le terre scandinave abbiano partorito; c’è tutto quello che ci dovrebbe essere: chitarre sature, fredde come il metallo, basso in trincea, percussioni ossessive e martellanti a colpi di blast beat privi di sfumature, con uno scream agonizzante che rasenta la monocromia, seppur si infuoca sfoggiando altre nuance, talvolta di dolore, tal altra di epicità.
Il platter si compone di sette oscuri capitoli – come le sette montagne di Bergen – aventi come titolo soltanto il numero di appartenenza.
Sette grani di ghiaccio che si compenetrano l’un l’altro senza soluzione di continuità; riflettenti una luce nera estremamente brutale e raffinata, dove la melodia di sottofondo conferisce un alone drammatico, epico e suggestivo alla proposta dei Taake.
La creatura di Hoest ci trasporta nel nucleo di un concept che si snoda integralmente sul filo della ricerca interiore del Sé, e del rinnegamento dei valori del cristianesimo. All’interno di una cornice d'ossidiana, intarsiata dagli elementi di un naturalismo filosofico che riprende a piene mani dalle ambientazioni delle catene montuose di Bergen, accuratamente riplasmate, sotto spoglie umbratili, dalla sua fantasia.
La musica che ne consegue è inscindibile da questa sfera concettuale, ed ogni nota trasuda il sangue e gli stralci onirici del giovane musicista, alla ricerca della via più elevata della trascendenza.
I Taake di “Nattestid Ser Porten Vid” riescono ad annichilire, commuovere, esaltare e sorprendere… dimostrando un'audacia che rende il prodotto ancora più ammaliante.
Audacia che tocca il suo acme nell’atto terminale del concept, in cui i due ragazzi si lanciano in una sorta di riff black ‘n’ roll; per poi abbandonarlo alla morte, nella suggestiva e catartica disperazione che scaturisce dalla fiamma nera più genuina.

Recensione a cura di DiX88

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