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Airway
- FadedLights
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5
Info
Genere:
Alternative / Djent / Post Rock
Anno di uscita:
2007
Durata:
40 min.
Etichetta:
Graves Records
Tracklist
WAKE UP
MY REVENGE
PARALYZED
GET ON THE DANCEFLOOR
THE ANSWER
SINKIN DOWN
SPRING TIME
ON MY OWN
FADED LIGHTS
FIND IT ALL
Line up
Valerio Morossi: bass, vocals
Sandro Cisolla: guitar, backing vocals
Alberto Moro: guitar, backing vocals
Alessandro Carrozzo: drums
Voto medio utenti
Pannello
Modifica album
Qual'è la formula del successo? Se qualcuno lo sapesse, di certo, il successo stesso non esisterebbe più, in quanto chiunque potrebbe raggiungerlo. E' un dilemma, questo, che spinge da sempre chiunque abbia velleità artistiche a misurarsi con i propri limiti, per tentare di superarli, di superarsi, di non rimanere legato a sterili "binari stilistici", andando invece a cercar fortuna in terre spesso inesplorate, con la nascosta speranza di scovare altrove, nel buio dell'ignoto, la scintilla che accende una carriera.
....ed invece, i trevigiani Airway prendono Limp Bizkit, una spruzzatina di Children of Bodom (nelle chitarre), un'attitudine alla Finley ed un paio di facciotti di quelli che fanno figo, e sfornano un disco, "FadedLights", che più 'già sentito' non si può. Attenzione, qui la produzione è cristallina, come chiarissimo e palesemente dichiarato è l'intento di non far prigionieri in un settore, lo Screamo-core, che effettivamente in Terra di Romolo non ha mai avuto particolari punte di diamante, trovandosi spesso a comptere con i macigni d'oltralpe. Ma è altrettanto vero che il suddetto gruppo screamo-core vien fuori ADESSO, adesso che è in pieno fulgore l'ondata modaiola del genere, adesso che i media riescono a veicolare gruppetti alla Tokyo Hotel come le nuove grandi star del domani, adesso che se chiedi ad uno qualsiasi di sti ragazzotti chi siano i Depeche Mode, al massimo ti guarda strano e ti mostra il medio.
Morale della favola: 10 brani di plastica, con uno screaming da gattino arruffato, ed una voce pulita che era meglio lo screaming, suonati bene, dall'inventiva scarsa e dell'ottima produzione. Un pompaggio mediatico conseguentemente ben costruito, et voilà, il piatto è servito. Ma quanto, quanto ancora dovremo stare in punta di piedi ad aspettare che qualcuno STUDI la storia del suo genere preferito, prima di mettersi a suonarlo??
I ragazzi, in fondo, non ne hanno colpa: gli Airway sfruttano al massimo il canale promozionale loro offerto, prodigandosi in una prestazione che, evidentemente, è il massimo delle loro capacità esecutive e compositive. Il problema, come sempre, sta a monte. E se per una volta la montagna, invece di andare da Maometto, restasse dov'è a farsi i beati ca**i suoi?
Recensione a cura di
Pippo ′Sbranf′ Marino
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