Mmmm … cosa può “nascondersi” dietro a un nome come Sex For Cash? Un servizio di “trastullo” magari telematico, al limite la denuncia di un fenomeno “sociale” antichissimo eppure sempre mediaticamente di “gran moda”, oppure una band di sleaze hard rock con il cuore e il cervello rivolto agli anni ’80 … non vedo molte altre possibilità.
Visto che ci troviamo su un’autorevole e gloriosa webzine di “musica robusta” (cribbio, come odio questa definizione, mi fa venire in mente uno dei punti più bassi raggiunti in passato dall’editoria italica “specializzata”!), immagino sia abbastanza “intuibile” di che cosa andremo a trattare … bravi, proprio di una band che per la sua esibizione guarda all’esperienza di Poison, L.A. Guns, Guns n’ Roses (parecchio!), Skid Row e di tutta quella favolosa scena “stradaiola”.
Ebbene, come suonano questi bad boys of r ‘n’ r felsinei? Alla grande! Mutuano dagli eroi del Sunset Strip le peculiarità fondamentali del genere (divertimento, viziosità, sfrontatezza, riffs torridi, voce tagliente, ma anche quel pizzico di “fragilità”, essenziale per un ruolo da perfetto “heartbreaker”), e tuttavia risultano straordinariamente credibili, anche grazie ad una verve non sempre così facile da rintracciare.
Insomma, tecnicamente e compositivamente assai validi, i Sex For Cash sembrano anche molto “autentici” nella loro attitudine, riportando la memoria più ai migliori rappresentanti “storici” del settore che non ai loro maggiormente recenti eredi, non sempre completamente a loro agio in questi panni.
Quattro pezzi originali avvincenti, dove le chitarre ruggiscono e sanno anche addolcirsi (molto bella la ballad “Dreamin’ your dream”), la sezione ritmica svolge il suo lavoro con vigore, “onestà” e perizia e in cui la voce funge da splendido collante espressivo, con il singer Mick (dotato di un’ugola a metà strada tra Bach e Rose) eccellente e carismatico interprete di melodie piene di ardore, passionalità e forza, nonché di refrain sempre istantanei e memorabili.
All’appello manca ancora una cover (“Whiskey slide blues” è una semplice intro dal titolo assolutamente esplicativo del suo contenuto!), quella di “Maniac”, brano di Michael Sembello famoso per essere stato uno degli hit di “Flashdance”, reso con buona personalità e qualità, e una breve e simpatica “traccia fantasma” conclusiva, da considerare come una sorta di divertissement alla “Happy trails”, ma in salsa “commedia all’italiana” (mi sembra sia universalmente riconosciuto come “Il coro dei pompieri”, e di più non dico!).
“One night girlfriend” è un’altra sontuosa autoproduzione (professionali anche registrazione e veste grafica) e gradirei molto se la prossima volta i suoi autori trovassero un adeguato patrocinio a “maggiore visibilità”, poiché lo meritano senza sbarranti condizioni.
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