Ora diciamoci tranquillamente la verità, Grazioli oppure Rapetti mi hanno preso di mira con questi promo, mica perchè sono tanti, ci mancherebbe altro, semmai perchè sono quasi tutti Metalcore eheh. Arriverà il giorno che mi vedrete con basettoni, capelli corti e abbigliamenti fra la zecca e il casual, allora li si che la conversione sarà totale. Tornando ad essere seri stavolta tocca agli Italiani Fightcast, che a loro volta sono esordienti, e se non vado errato dovrebbe anche essere la prima pubblicazione per la neonata etichetta Kolony Records, che non ho ben capito se si specializzerà nel filone del Metalcore oppure non si metterà le fette di 'presciutto' sugli occhi. In ogni caso questo Breeding A Divinity nulla toglie e nulla aggiunge a quanto detto sino ad ora in fatto di innovazione stilistica, gli ormai famigerati riferimenti a tutta la Svezia del post-Death Metal melodico (?) si sprecano. Ultimi Soilwork soprattutto. Ora la questione è molto semplice, e cercherò di essere il più schietto e sincero possibile, questi giovani Fightcast sanno suonare, hanno gusto per quanto riguarda la ricerca della melodia, sanno sfruttare l'impatto di quello che suonano però sono uguali a tantissime altre bands. Ciò non toglie che le varie The White Pitch, o la più ritmata e cafona Filter facciano il loro dovere, ma è anche vero che i soliti ritornelli a voce pulita tipo quello di Poison Cage ci abbiano simpaticamente riempito il sacco scrotale. Mi auguro in futuro sappiano trovare una strada più personale, comunque un esordio anonimo, ma più che sufficiente, soprattutto grazie ad un ottima produzione.
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