Copertina 8,5

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1992
Durata:36 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE FINAL SILENCE
  2. THE IMMORTALS
  3. A LIFE BEYOND
  4. SHADOWS IN THE DEEP
  5. COUNTESS BATHORY
  6. NEVER ENDING HATE
  7. ONWARD INTO COUNTLESS BATTLES
  8. CRUSH THE SKULL
  9. BLOODBATH
  10. LAND OF ICE

Line up

  • Johnny Hedlund: bass, vocals
  • Fredrik Lindgren: guitars
  • Thomas Olsson: guitars
  • Anders Schultz: drums

Voto medio utenti

Mentre sul continente americano ad inizio anni 90 già da qualche anno prosperava il Death Metal, anche in Europa iniziavano a nascere i primi gruppi del genere, che seppur lievemente meno importanti dal punto di vista storico, non si può dire che lo fossero anche da quello qualitativo.
In Inghilterra c'erano band come Benediction, Bolt Thrower, Carcass; in Olanda Asphyx, Sinister e Pestilence; in Svezia Dismember, Entombed, Grave, The Crown, ecc.ecc.
Tra queste vi erano anche gli svedesi Unleashed formatesi nel 1989 a Stoccolma, grazie al bassista e cantante Johnny Hedlund dopo lo scioglimento dei Nihilist (che risorgeranno con il nome di Entombed, progetto dal quale Hedlund verrà escluso). In seguito ad un buon esordio discografico nel 1991, con "Where No Life Dwells", gli Unleashed si accingevano, a solo un anno di distanza e con la medesima label, la Century Media Records, a pubblicare la loro seconda fatica: "Shadows in The Deep".
La line-up rimase invariata, e tranne un piccolo cambio (Fredrik Lindgren che cederà il posto a Fredrik Folkare), lo rimarrà fino ad oggi, ovvero: Johnny Hedlund al basso e al microfono, la coppia Fredrik Lindgren/Tomas Olsson alla chitarra e Anders Schultz dietro le pelli.

In questo secondo full-length i quattro deathster si presentarono con una proposta simile al primo, ovvero un Death-old school diretto, senza tanti fronzoli, dove si potevano rinvenire ancora forti radici Thrash, con l'aggiunta di rallentamenti in stile Doom (caratteristica generalmente più accentuata nei gruppi del vecchio continente), e qualche mid-tempo denso di groove. Una ricetta basata prevalentemente su tempi veloci ma priva degli ipertecnicismi che di lì a poco avrebbero preso campo nel Metal estremo, in particolar modo negli USA.
Si può considerare "Shadows in The Deep" come una sorta di disco di passaggio per quello che sarà il cambio di sound degli svedesi, che dal successivo "Across the Open Sea", rallenteranno ulteriormente il loro sound a favore di ritmiche più pesanti e corpose, nelle quali le atmosfere Viking prenderanno progressivamente sempre più spazio.
Il platter che qui stiamo prendendo in esame è molto affascinante, poiché al di là dell'attitudine feroce e primitiva, e della qualità intrinseca dei brani, è ammantato da un sottofondo nordico, a tratti glaciale, che richiama alla lontana alcune soluzioni adottate da vari gruppi Black. Anche il fatto che l'album fosse dedicato all'allora recente scomparsa di Dead dei Mayhem lascia pensare che ci fossero punti di contatto tra i rispettivi generi, nonostante quel tipo di Black Metal fosse ancora in stato embrionale.

Le tematiche trattate dai 4 Svedesi sono tutte permeate da un forte nichilismo, ampiamente stereotipato e spesso un po' banale. Esse hanno a che vedere con argomenti legati alla mitologia norrena di stampo pagano, ad ambientazioni di guerra tipiche del Viking – genere che da pochi anni si era avviato grazie ai Bathory – e al culto degli antenati ("Land of Ice"). Credo che gli Unleashed siano tra le prime formazioni in ambito Death ad aver integrato l'elemento Viking nella loro proposta.
Non manca certo l'ostilità verso il cristianesimo, riferita alla cancellazione, vissuta come un sopruso, che quest'ultimo ha operato nei confronti delle antiche religioni pagane.
Vengono trattati anche temi di ribellione in forma adolescenziale nei confronti degli assetti socio/politici, per esempio in "Never Ending Hate", e di fuga dalle opinioni imposte come in "A Life Beyond".

"Shadows in The Deep" è composto da 10 tracce per un totale di circa 40 minuti, scorre molto piacevolmente e senza troppi cali di tensione, seppur in alcuni tratti risulta un po' claudicante.
I pezzi forti del lotto sono sicuramente l'opener "The Final Silence", vera e propria mazzata nei denti in cui la brutalità si mischia lievemente alle atmosfere glaciali del Metal Nord europeo; “The Immortals", "Never Ending Hate", perfetto esempio di esplosione di una rabbia che non fa prigionieri; "Crush the Skull" con il suo Mood furioso di matrice Thrash, e "Land of Ice", dove i nostri sfoggiano tutta la distruttività, tra partiture veloci e riff Doom di scuola sabbathiana, delle gelide lande svedesi.
Un po' più deboli invece risultano pezzi come "Onward Into Countless Battles", "Bloodbath" e la title-track, mentre al contrario si rivela interessante il groove roccioso di "A Life Beyond".
A metà della tracklist si trova una cover di "Countless Bathory" dei Venom, che pur non aggiungendo niente all'originale risulta ugualmente piacevole.
Una piccola curiosità da segnalare al lettore è il fatto insolito che i Nirvana registrarono una breve cover della canzone "Onward Into Countless Battles", nella quale il batterista Dave Grohl ha eseguito la maggior parte degli strumenti cambiando il titolo della traccia in "Meat", e in seguito Kurt Cobain si unì a lui nel cantare la canzone.

L'album è stato registrato in Germania al Woodhouse Studios in Dortmund e prodotto dal chitarrista e produttore Waldemar Sorychta, attualmente molto conosciuto per le sue numerose e importanti collaborazioni nel corso degli anni (Grip.Inc, Moonspell, Rotting Christ, Samael, Lacuna Coil, Sentenced, Sodom, ecc.ecc.).
Sorychta svolse un buon lavoro, con una produzione ben bilanciata e ruvida, anche se forse, a titolo puramente soggettivo, un po' di potenza in più al sound non avrebbe guastato, soprattutto in alcuni frangenti dove i suoni pervengono all'orecchio un po' ovattati. In ogni caso stiamo pur sempre parlando del 1992...

"Shadows in The Deep" nell'insieme è un disco dotato di un fascino tutto suo, sicuramente uno dei punti più alti della discografia degli Unleashed; testimone di un certo tipo di Death Metal di cui al momento si sente molta nostalgia.

Recensione a cura di DiX88

Recensione a cura di Ghost Writer

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