Arriva l'estate, carica dei suoi profumi, risvegliando in ognuno di noi il proverbiale ormone, che lo costringerà, per un paio di mesi, a sorbirsi sole, sabbia, aperitivi, happy hours fighetti in posti dove, da sano di mente, non metteresti mai piede. E il motivo, tanto per cambiare, sarà sempre lo stesso: Lei, lei che non ti caga, lei che ti ha accennato un sorriso, lei che l'altra sera in discoteca (si, perchè sei pure andato in discoteca, metallaro rinnegato, ma che non lo sappiano gli amici del bar...) salutandoti ti ha baciato nelle vicinanze dell'angolo esterno della bocca (cit.)... Insomma, ti tocca pure andare in palestra, o farti delle massacranti corse, sotto un sole bastardo, per cercare di eliminare, o almeno contenere, quella panzetta da bevitore serio, della quale, per i restanti 9 mesi, vai più che fiero, quella panzetta grazie alla quale hai visto un campionato di rutti dietro l'altro...
E invece, caro fratello di sventure, cosa sogna il tuo piccolo, semplice cervello? Sogna una tipa, bella non importa, ma che ci stia, una macchina aperta con la quale correre all'ennesimo concerto rock, e nello stereo un cd di fo**utissima musica rock, easy, come la macchina, come la tipa, come te.
Beh, caro amico, eccoti quel cd.
Gli
Airbourne, in parole povere, sfornano il disco che tutti i fans degli Ac/Dc aspettano da 10 anni, e non per niente vengono dall'Australia: 37 minuti scarsi di puro, fottuto, granitico, urlato rock'n'roll, senza un cavolo di altro da aggiungere.
"Stand up for rock'n'roll", "Runnin' Wild", "Too Much Too young Too fast", "BlackJack", "Cheap Wine and Cheaper Women": vi bastano i titoli per capire che qui non si va tanto per il sottile, che qui l'happy hour sarà quello nel quale ascoltate questo dischetto, scolandovi l'ennesima Morettona ghiacciata, e modulando a rutti l'ennesimo vaffanculo al mondo, ai pensieri, al lavoro, ai soldi che non bastano mai, e a Lei, maledetta, che non te la dà manco morta.
Non avrei davvero altro da aggiungere, penso che il concetto sia chiaro.
"Runnin' Wild" è il primo disco di una band che la Roadrunner sta pompando di brutto, una band giovane, che sta già macinando 23 concerti al mese, una band dove la parola d'ordine è solo ROCK.
Se state cercando una proposta innovativa, originale, avete sbagliato disco; se siete in cerca di qualcosa che stimoli le vostre conoscenze tecniche sullo strumento, guardate altrove; se invece, a quel cavolo di happy hour non riuscite proprio più a starci, mandate a quel paese pure lei, saltate in macchina, e via a manetta ascoltando
"Runnin' Wild".
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