Conclusa la sua breve avventura nelle fila dei Death di Chuck Schuldiner, il batterista Chris Reifert decide di fondare la propria band: nascono così gli Autopsy, senza dubbio una delle formazioni death metal che ha saputo forgiare un proprio sound che li rende immediatamente riconoscibili. Ad affiancare Reifert nella prima incarnazione del gruppo ci sono il talentuoso bassista Steve Di Giorgio ed i chitarristi Eric Cutler e Danny Coralles.
Il primo frutto del lavoro del quartetto esce nel 1989 con il titolo "Severed Survival", un disco che fin da principio si fa notare per un sound originale ed unico, nato dalla commistione del death metal di stampo Floridiano e di parti doom: il risultato di questo ibrido sono undici tracce che vedono sposarsi in perfetta armonia la violenza e l'ignoranza del death con le atmosfere e gli stacchi lugubri e funerei derivati dal doom metal. La voce di Reifert, che negli Autopsy si occuperà sempre del cantato e del drumming, è ruvida, profonda, per certi versi simile a quella di John Tardy degli Obituary, e si incastra a meraviglia nella musica del gruppo e nelle sue liriche, che altro non sono che una descrizione lucida e clinica della morte nelle sue svariate forme. Così ascoltando un pezzo come "Gasping For Air" si ha veramente la sensazione che l'aria si stia rarefacendo e si inizia a boccheggiare alla disperata ricerca di ossigeno, o su canzoni quali "Charred Remains", da sempre posta in chiusura delle scalette dei concerti e vero e proprio manifesto degli Autopsy, o "Service For A Vacant Coffin", senza tralasciare "Ridden With Disease" o la titletrack, pare proprio di sentire l'odore acre e pungente di cadaveri in avanzato stato di decomposizione o sentire il gelido soffio della morte che ti alita sul collo. Tuttavia parlare solo di alcuni pezzi non renderebbe giustizia a questo capolavoro, al cui interno tutto è perfetto, così come le canzoni che si segnalano per una qualità sempre a livelli ottimi. Una considerazione a parte merita lo splendido lavoro al basso di Di Giorgio, che con il suono distorto e malato del suo strumento contribuisce a ricreare quell'atmosfera lugubre e sulfurea che gli stessi Autopsy non sapranno più replicare nei lavori a venire.
"Severed Survival" è senza dubbio un classico senza tempo del death metal e rappresenta l'apice compositivo di Reifert e soci, che riusciranno a bissare solo in parte il successo di questa formula con il successivo "Mental Funeral", che tuttavia si rivela inferiore al debutto. Un album che non può assolutamente mancare nella collezione di dischi di chi si professa amante del death metal di scuola americana.
NB: la copertina che vedete non è quella originale, bensì la seconda versione che gli Autopsy furono costretti ad adottare a causa della censura e che a mio modo di vedere è LA cover death metal per antonomasia.
Qui sotto invece vedete l'artwork originario di barkeriana memoria.
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