Diamo per scontata l'esistenza di una Dea della musica, ebbene essa quando decise di creare i
Grave sicuramente pensò: "
voglio creare una band che riuscirà sempre a stupire i propri fans, senza sbagliare mai nessun album dovrà per sempre essere ricordata nell'olimpo del Death Metal!". Fu allora che prese
Ola Lindgren e gli chiese di scegliere due musicisti da affiancare alla sua immensa vena compositiva, e il resto lo conoscete più o meno un pò tutti.
Eccomi di fronte all'ultima fatica del terzetto svedese,
Dominion VIII; senz'altro avrete già capito dalla breve introduzione che si tratta di un'altra incredibile riconferma della band, che, tolto dalle pelli
Pelle Ekegren (scusate il gioco di parole n.d.a.) e dato spazio all'ottimo
Ronnie Bergerstahl, ex
Centinex e
World Below, si è rimessa all'opera dopo il micidiale "
As Rapture Comes" rispolverando una produzione leggermente più attempata, risalendo quasi, e sottolineo il quasi, ai tempi in cui il genere vidde la luce, senza tralasciare nei minimi dettagli il songwriting che era violentemente entrato nel dna degli ultimi due capolavori discografici di Ola e soci.
Dominion VIII è un full lenght destinato ad essere ricordato per sempre nella discografia mozzafiato della band.
L'album con "
A World In Darkness" inizia dando all'ascoltatore quel pò di sensazione che i Grave abbiano avuto negli ultimi due anni un calo di dinamicità suonando ritmiche più oscure e lente, ma mai pensiero fu più sbagliato, appena ripresi dall'offuscamento cerebrale "
Fallen (Angel Son)" si dimostra uno dei pezzi più coinvolgenti e di impatto mai scritti da Ola Lindgren risfoderando tutta la violenza che ha caratterizzato fino ad oggi i Grave quasi come un proprio marchio di fabbrica, e penso che non rimarrei per niente meravigliato se venisse scelta come opener al prossimo live della band.
Si continua con un susseguirsi di perle fatte di sfuriate e qualche mid tempos che non guasta mai che si alternano fino ad "
Annihilated Gods", e qua ci vuole l'ovazione; cari miei questa è la punta di diamante dell'album, una stupenda opera d'arte che merita di rimanere impressa come "
Into The Grave" riuscì a suo tempo restando uno dei più grandi classici del terzetto svedese, infatti in questo frangente Ola è incazzatissimo e la sua rabbia esplode con il suo inquietante growl che nulla riuscirebbe a placare, un peccato non avere l'album per poterla ascoltare.
Non ci dimentichiamo delle altre tracce presenti, per quello che è questo
Dominion VIII una volta tra le mani si tratta di compiere solamente 3 semplicissime azioni: Inserire il cd, premere play e fare headbanging a manetta fino alla fine, patiti del death metal, appassionati della musica estrema, e soprattutto fans dei Grave, fatevi un regalo strappalacrime, compratevi il cd.