Copertina 7

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2003
Durata:49 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. WE CRY AS ONE
  2. IT CAN'T BE!
  3. HOW COULD YOU?
  4. 'WON'T FOLLOW HIM
  5. IT'S THE SAME FOR EVERYONE
  6. SOMEWHERE ELSE
  7. JOY & HAPPINESS
  8. TRANSITION
  9. QUIETLY KISSING DEATH
  10. ALL...
  11. THE BATHROOM MONOLOGUE

Line up

  • Manuel Munoz: vocals, guitars
  • Nicolas Chevrollier: guitars
  • Vincent Danhier: bass
  • Franck Metayer: drums

Voto medio utenti

La label francese Season Of Mist ritorna sul mercato con una band proveniente dalla propria Nazione, ovvero i TODT (aka The Old Dead Tree), ensamble attivo dal 1997 con alle spalle un mini cd intitolato ‘The Blossom’. Il platter partorito nel 2003, ovvero ‘The Nameless Disease’, è un buon esempio di concept album, incentrato sul suicidio del loro primo batterista, deceduto nel 1999. Le 11 songs incise, sono tutte permeate da un feeling oscuro e da una palpabile frustrazione di fondo, con quella punta di amarezza che le rende ancora più malinconiche…su ‘The Nameless Disease’ il Dark Rock incontra il Gothic Metal e la musica Pop, anche se episodi propri del Metal classico (soprattutto ventate epiche, riffing circolari ed passaggi dal vago sapore maideniano) e del Metal un pochino più estremo non vengono disdegnati (in alcuni frangenti, come nell’ottima ‘It Can’t Be!’ i TODT ricordano i Septic Flesh, mentre in altri – ‘How Could You?’ e ‘Joy & Happiness’ ne sono un esempio – ricordano gli sciolti Cemetery/Sundown), giuocando sia sul convincente songwriting che sulla grandissima prestazione vocale di Manuel Munoz, singer dall’ottima espressività e tecnica vocale (bellissima voce pulita e ottimo growl, di quelli ad hoc). Un album dalle tinte tristi, ma comunque potente (prodotto da Andy Classen, già con Rotting Christ, Dew Scented, Krisiun, Tankard, Callenish Circle e masterizzato da Goran Finnberg - In Flames, Opeth, Dimmu Borgir, Dark Tranquillity - ) ed aggressivo, quasi a testimoniare l’intenzione del combo di omaggiare la scomparsa dell’amico, esorcizzandola in un tributo pieno d’affetto, di rispetto e di rabbia. Un platter da ascoltare senza remore, soprattutto per gli amanti del Dark Rock in cerca di nuove realtà da scovare.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

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