Il ritorno della hair metal band
Silent Rage era stato annunciato e, puntualmente, si era verificato nel 2001. Da allora, Jesse Damon e soci hanno cercato di mettere tante date live in piedi, supportando un disco, "Still Alive", che sembrava aver convinto. Sponsorizzati da Gene Simmons, che già sul finire degli anni '80 si era accaparrato il "cartellino" dei Silent Rage, i quattro hanno ripreso le fila del loro discorso esattamente dove le avevano lasciate, ed oggi si ripresentano forti di un contratto con la nostrana
Frontiers, e di un disco nuovo di zecca.
Questo
"Four letter Word" ci presenta 11 tracce di pomposo rock, infarcito da molte chitarre e dalla acutissima voce di Jesse, cui fanno da contraltare delle convincenti backing vocals, a drappeggiare songs fresche, ritmate, energiche. La produzione, stavolta, viene affidata all'ex Guns'n'Roses Gilby Clarke, che permette ai Silent Rage di realizzare un prodotto musicalmente molto valido.
Dove, invece, il suddetto disco latita, è nella quota compositiva. I pezzi si assomigliano un pò tutti, e dopo un pò fai decisamente fatica a ricordarti un ritornello o un riff. Citerei, giusto per escluderle dall'anonimato, la potente "Hard habit to break" o l'opener "You could be the one", che di sicuro hanno una marcia in più per quanto riguarda coinvolgimento e impatto sonoro.
Per il resto, il quarto lavoro dei Silent Rage, ahinoi, non resterà negli annali della musica come un capolavoro. Un disco godibile, ma un disco non imprescindibile.
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