Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:43 min.
Etichetta:Scarlet Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. REMAINING ETERNAL
  2. FLAME TO LIFE
  3. BLOOD OF EMERALDS
  4. IN SOLITUDE ENTWINED
  5. THE PERFECT SHAME
  6. CIRCLE VIII
  7. RENEWAL DEFINED
  8. IMPRISONED INSOLENCE
  9. TURN TO INCOMPLETE
  10. THE FUNDAMENTAL HUMAN NEUROSIS
  11. THE TEST

Line up

  • Jens Broman: vocals
  • Klas Ideberg: guitar
  • Mattias Svensson: guitar
  • Mattias Andersen: bass
  • Henrik Pommer: drums

Voto medio utenti

Groove thrash si definiscono i Defaced, ma in realtà di thrash ce n’è poco e niente. O meglio, ce n’è, ma come lo concepiscono in Svezia, quindi molto melodico e moderno. La parte ‘groove’, invece, è determinata da quei riff e quelle melodie che richiamano molto il metalcore, e in definitiva sono le parti predominanti in questo “Anomaly”.
Questo che ho tra le mani è un disco un po’ particolare. È innegabile, infatti, che sia un ottimo prodotto, però non penso che tutti riusciranno a digerirlo. Sicuramente lo faranno tutti quelli proiettati con la mente verso il futuro, e soprattutto tutti quei ragazzi che ascoltano il metal ai margini, senza approfondirlo e quindi senza scavare nei vari sottogeneri. Il metal da MTV per capirci… Già, perché fondamentalmente a queste fasce è diretto il nuovo album degli svedesi, visto il taglio nettamente commerciale che la band di Helsingborg ha deciso di dare alle sue nuove composizioni. Se siete quindi amanti delle sonorità estreme o del metal come veniva concepito alle origini non apprezzerete mai una roba del genere.
Come sempre però in ogni cosa c’è del buono, e nel caso specifico si tratta sia dei momenti un po’ più grintosi, in cui Henrik Pommer picchia duro sulla sua batteria, sia in alcune soluzioni armoniche davvero pregevoli. Certo è che queste sono comunque la minoranza rispetto a quelle più ai limiti del pop, il che in un disco metal non è poi proprio il massimo… Ok, io capisco che ci sono band più moderniste e band più conservatrici, però a volte mi chiedo davvero se non sia il caso di porre dei limiti per inquadrare bene ciò che è metal e ciò che non lo è, e questo dubbio mi è venuto spesso durante l’ascolto di “Anomaly”. E questo perché sono davvero troppi i momenti ‘non metal’, tanto che continuo a chiedermi perché alcune band non cerchino di attecchire in un circuito completamente differente. Penso che ne gioverebbero senz’altro di più.
Considerazioni a parte, ripeto che comunque l’album è sopra la media, suonato con classe (e questa non è una novità quando si parla di una band svedese, soprattutto visto la presenza di Klas Ideberg dei Darkane / Terror 2000), e registrato perfettamente, con suoni che valorizzano ogni singola nota. Tutto sta a calarsi nella parte ed accettare le cose di cui parlavo prima. Una volta fatto “Anomaly” risulta essere anche gradevole da ascoltare. Il problema è che le parole ‘gradevole’ e ‘thrash’ non vanno poi molto d’accordo, no?
Ad ogni modo, episodi migliori dell’album sono senz’altro “Remaning eternal”, che parte in quarta e ci fa ben sparare sul prosieguo dell’album, speranza purtroppo vana, “Blood of emeralds”, più lenta e granitica ma con un bel riff iniziale, “Imprisoned insolence” e la conclusiva “The test”. Non è un caso che ho segnalato i brani più corposi e rabbiosi, pur nella loro modernità, perché in questi frangenti la band dà il meglio di se, senza sembrare i Finley svedesi.
Peccato, “Anomaly” poteva essere un ottimo album, purtroppo i Defaced si sono spinti un po’ troppo in là stavolta… chissà nel prossimo disco cosa ci proporranno…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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