“
Aggressive Measures” è un disco che ha come difetti principali quelli, da una parte, di uscire in un periodo storico nel quale il death metal è in recessione, avendo subito l’ondata del grunge prima e quella incipiente del nu metal poi, e, dall’altra parte, di avere abbandonato la formula compositiva che aveva fatto la fortuna dei primi tre dischi.
Siamo di un fronte ad un disco molto diretto e
in your face, con strutture più lineari e un sound che è perfettamente assimilabile al brutal death metal. L’ulteriore problema è che il disco esce in un periodo di transizione del death metal, cioè in un periodo nel quale le bands storiche hanno già detto tutto e le nuove leve ormai hanno una tecnica e un modo di suonare estremo tipico del brutal death metal. I
Sinister cercano di strizzare l’occhio al nuovo pur rimanendo ancorati al passato, ma nel 1998 in ambito brutal
Suffocation,
Cryptosy e
Nile, solo per citarne alcuni, sono già sulla scena e sfornano disconi.
Certo, c’è il nuovo cantante
Eric De Windt, che è molto più gutturale del precedente, ma che non sfigura sui pezzi, e c’è ancora l’accoppiata
Bart/Aad tra chitarra e batteria, i quali però a sto giro preferiscono l’assalto all’arma bianca
tout court, con pezzi veloci quando non velocissimi, con fraseggi di chitarra a inseguire la ritmica come in “
Into The Forgotten”.
Ovviamente la ferocia del disco va a scapito di tutte le atmosfere viste sui dischi precedenti, anche se sono presenti alcuni rallentamenti, come in “
Enslave The Weak”, che danno un po’ di respiro alle composizioni.
“
Aggressive Measures” è un disco violento, che soddisfa la voglia di brutalità del deathster medio e che di per sé non è male. Anzi, vi dirò che in taluni periodi è addirittura il mio disco preferito dei
Sinister, perché non è impegnativo come i precedenti, ma al tempo stesso ti dà una scossa adrenalina non da poco, e quindi in quanto tale appare addirittura sottovalutato.
La sola “
Chained Reality” vale il prezzo del disco.
Dopo “
Aggressive Measures” i
Sinister avranno alti e bassi, con dischi mai pienamente soddisfacenti nel complesso, con sempre qualche pecca di troppo, ma restano comunque una band che ha dato capolavori immortali al genere.
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