Nonostante una senz’altro buonissima produzione, questo debut su Earache per questi ragazzi di Sacramento, non arriva a colpire dove dovrebbe, non scavando in profondità nella scorza dell’ascoltatore. Questo combo propone una sorta di Emo Core molto melodico, molto californiano nelle sonorità e dagli orizzonti mainstream, sulla scia di quello che potrebbero divenire gli Incubus o gli Hoobastank, con qualche pennellata di Foo Fighters, se suonano su sonorità più assimilabili alle boy band di Melodic HC made in US…purtroppo, non si raggiungo i livelli delle sopra citate bands, vuoi per il songwriting non ispirato (alla fine non è ne carne ne pesce, ma un amalgama senza spirito) o per la il tono della voce di Pogus, un singer certamente intonato e dotato di una buona estensione vocale, ma a me personalmente fastidioso e poco espressivo, sempre sulla stessa tonalità, non riuscendo a trasmettere, così , il giusto feeling. Un platter ove l’unica nota di spicco è la data dalla song finale, ovvero ‘Sour Times’, cover dei Portishead, ottimamente riproposta e riarrangiata, ma per il resto, monocolore…il grigio (e gli Shortie non suonano Dark o musica depressiva – chi ha orecchie per intendere, intenda…)
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