Bentornato piccolo, grande Bob. Ci aveva regalato momenti da sogno quest'estate al Rockin' Field, quando si era presentato quasi a sorpresa assieme agli Avantasia a duettare magicamente con Tobias Sammet su una manciata di songs. L'anno precedente c'era stato il fenomenale come back dei suoi Magnum, che con "Prince Alice and the broken arrow" avevano realizzato il disco che la totalità dei loro fan attendeva da vent'anni. Adesso, a completare questo periodo di grazia ci pensa il suo nuovo lavoro solista. "Immortal" è il sesto disco di mr. Catley, in una carriera che festeggia quest'anno il decimo anniversario e che ha avuto il grande pregio di non aver mai sbagliato un colpo (del resto, con i songwriter che ha avuto a disposizione, sarebbe stato strano il contrario).
Gary Hughes non c'è più da tempo, e le soluzioni maggiormente heavy e a tratti "americane" dell'ultimo "Spirit of man" avevano forse fatto storcere il naso ai puristi del fantasy rock. Nessun problema. Assoldato il talento emergente svedese Magnus Karlsson (Allen-Lande, Starbreaker, The Codex, e ora anche Primal Fear), il singer britannico si ripresenta con un lotto di brani che paiono usciti direttamente dal periodo d'oro di "On a storytellere's night" e "Vigilante".
Già dalla copertina (in verità piuttosto pacchiana), opera dello storico Rodney Matthews, si capisce quale sarà la direzione del lavoro. Poi, quando in "Dreamers unite" le tastiere solenni di Karlsson lasciano il posto alle impetuose linee chitarristiche della coppia Ward/Reitenauer, si capisce che la magia è di nuovo tra noi. Atmosfere forse meno sognanti rispetto a "The tower", una produzione più energica (con Dennis Ward che è ormai divenuto un mago della consolle) lascia libero sfogo ai riff chitarristici, ridimensionando leggermente il ruolo delle keyboards (l'unico strumento che Magnus Karlsson ha suonato in prima persona); la voce di Bob è però quella di sempre, e le melodie che Karlsson gli ha cucito addosso sono abbastanza per farci gridare al capolavoro. I ritornelli di "Dreamers unite", "We are immortal" (la "Just like an arrow" del 2008?), "End of the world", "War in heaven" (strepitosa!!), sono un must per ogni Magnum fan che si rispetti, fanno venire le lacrime agli occhi da tanto sono indovinati, e il modo con cui Bob li interpreta, come solo lui sa fare...
Non mancano le ballate: "The searcher" è delicata nella sua prima parte, poi diventa più sostenuta nella seconda strofa, e vive di atmosfere che ricordano da vicino la mitica "The spirit". "You are my star" e "Heat of the moment" sono invece maggiormente canoniche e aor oriented, e sono forse gli unici episodi non eclatanti, ma si fanno comunque apprezzare più che volentieri.
Un ritorno strepitoso e un disco da COMPRARE a tutti i costi: lasciate stare emule e mettete mano al portafogli, questa volta ne vale davvero la pena...
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?