La rapida ascesa dei Soilwork, una realtà presente sulla scena dal '98 ma nota la grande pubblico solo a partire da "A Predator's Portrait", non sembra mostrare alcun segno di cedimento confermando la tradizione della band di immettere sul mercato un album ogni dodici mesi circa (senza contare i lavori sfornati dai numerosissimi side project, Terror 2000 e Defaced per nominarne alcuni, in cui alcuni dei membri dei Soilwork sono coinvolti). Nell'ambito di cinque dischi, pubblicati nell'arco di appena sei anni, il combo capitanato dal carismatico singer "Speed" Strid ha saputo rivoluzionare completamente il proprio sound, inizialmente ancorato ad influenze thrash/death vicine agli At The Gates, arrivando a creare un proprio marchio di fabbrica ben riconoscibile ed apprezzato dal pubblico. Il nuovo attesissimo album "Figure Number Five" continua il discorso intrapreso con brani come "Like The Average Stalker" (contenuto in "A Predator's Portrait") e continuato con l'acclamato "Natural Born Chaos", l'album che ha sancito l'entrata dei Soilwork nello stardome del metal internazionale. E' impressionante la facilità con cui il combo riesce a coniugare, alla violenza di song come la title track, i refrain melodici e le soluzioni sperimentali ed elettroniche che permeano gran parte dell'album. Certo, i fan della prima ora, disgustati dalla direzione intrapresa con il disco precedente, prenderanno sicuramente le distanze anche da "Figure Number Five", un album che, grazie a delle sonorità sicuramente "easy" e memorizzabili ("Departure Plane", ricca di beat elettronici ed un atmosfera indiscutibilmente vicina al goth più commerciale, è il perfetto esempio di quanto detto), ma anche dotate di una classe indiscutibile, strizza l'occhio ad un pubblico decisamente più vasto ed "open-minded" rispetto al passato. Sbalorditiva anche la performance tecnica dei sei musicisti, con una menzione particolare per lo straordinario drummer Henry Ranta, in grado di fondere a perfezione tecnica e gusto, e dei due chitarristi Peter Wichers e Ola Frenning, tanto chirurgici in fase ritmica quanto ispirati nell'esecuzione di partiture soliste mai fini a se stesse. Eppure la vera star di "Figure Number Five" non poteva non essere il frontman Bjorn Strid, autore di una performance impeccabile, incisiva nelle tonalità più rudi (in questo campo la somiglianza con Phil Anselmo è impressionante) e cristallina nei numerosi refrain melodici. Lontani più che mai dal sound degli esordi, i Soilwork pubblicano quindi l'album che sancisce la loro più grande maturazione e, probabilmente, la conferma di un successo di pubblico che li porterà entro breve tempo, nonostante le numerose critiche di commercializzazione piovute negli ultimi tempi da ogni fronte, ad assumere una statura di leader nel campo della scena metal europea.
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