Copertina 5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2007
Durata:35 min.
Etichetta:autoprodotto

Tracklist

  1. HUMANA DOCTRINA 8INTO)
  2. SCHIAVO D'AVIDITÀ (AVARIZIA)
  3. IL SEME DELL'ODIO (INVIDIA)
  4. FAME DI PECCATO (GOLA)
  5. IL CULTO DEL SUPERBO (SUPERBIA)
  6. APPETITO CARNALE (LUSSURIA)
  7. IL GIORNO DELL'IRA (IRA)
  8. COLPEVOLE D'INDOLENZA (ACCIDIA)

Line up

  • Nico Parente: vocals
  • Salvatore Camillo: guitars
  • Alessandro Cossa: guitars
  • Carlo Cantisani: bass
  • Giovanni Leone: drums

Voto medio utenti

C'era una volta una band di Parma chiamata Distruzione, che per la prima volta nella storia del metal tricolore ha tentato di coniugare death metal e la nostra lingua madre. I risultati di quell'operazione furono incoraggianti, purtroppo però la band decise di sciogliersi nel 2007. Dando una rapida scorsa al monicker e alla tracklist di "7" dei leccesi Clinicamente Morti la memoria è subito andata ai Distruzione, a causa della forti analogie tra i due gruppi. E poihcè il nome Clinicamente Morti non mi è suonato nuovo, intimamente covavo la speranza di assistere ad un passaggio di testimone tra le due band.
I fatti però mi hanno smentito in maniera categorica: la band di Lecce si presenta con sette tracce più un intro (una per ogni peccato capitale) di thrash metal misto a death, con testi cantati rigorosamente in italiano. I pezzi però peccano decisamente in botta, nel senso che il gruppo non calca praticamente mai il piede sull'acceleratore, preferendo restare su tempi più cadenzati e cercando spesso stacchi e riff spezzati. Aggiunciamoci poi che i riff suonano in maniera piuttosto banale e se vogliamo anche un po' naif, ed otterremo che la manciata di pezzi che i Clinicamente Morti palesa una maturità ed una capacità compositiva ancora ben lontana da standard almeno sufficienti. Nemmeno la voce di Nico Parente convince, con il suo timbro grezzo a metà strada tra voce sporca e growl che suona in maniera piuttosto anonima ed insipida, non donando profondità e botta alle canzoni. A penalizzare ulteriormente il tutto intervengono anche le registrazioni (ma questo alla fine è il punto meno dolente) e soprattutto una prestazione assolutamente approssimativa ed imprecisa da parte della band, chitarre in primis (della serie: non si possono registrare gli assoli con i bending stonati!), che affossano inesorabilmente "7".
Indiscutibile l'impegno e la grinta che i Clinicamente Morti ci mettono, senza tralasciare il lodevole lavoro di valorizzazione della nostra lingua in ambito metal (anche se sulle lyrics qualcoa di ridire ci sarebbe), ma quello che traspare dall'ascolto di "7" è che la band ha ancora molto da lavorare per riuscire a proporre qualcosa di veramente valido.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata
...il tempo??

Coroner, sei stato persino gentile. A volte la batteria è letteralmente imbarazzante. Imprecisa, approssimativa, rullate e tappeti di doppia cassa coi colpi ammucchiati l'uno all'altro. Ma usare un trigger come fanno tutti i batteristi (anche quelli bravi davvero) no, eh?

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