Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2008
Durata:52 min.
Etichetta:Regain Records
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. PAZUZU - LORD OF FEVERS AND PLAGUE
  2. TRUMPETS OF DOOM
  3. SWORN
  4. INEXORABLE RETRIBUTION
  5. ANTICHRIST REBORN
  6. PRIMORDIAL INCANTATION
  7. DEVILISH ENLIGHTENMENT
  8. ASCENSION OF LILITH
  9. UNORTHODOX CATHARSIS
  10. SOUL GATE

Line up

  • Dark: vocals and guitars
  • Vassago: guitars
  • Bloodlord: bass
  • Sin: drums

Voto medio utenti

Io ho sempre pensato che, al di là delle proprie convinzioni ideologiche, se ci si sofferma solo sull’aspetto musicale ci sono due modi di ascoltare il black metal. Quello da ‘seguace’ della nera fiamma, in cui l’ascoltatore accetta qualsiasi tipo di album prodotto da loschi figuri nero vestiti e di bianco pittati, e quello da ‘non seguace’, in cui chi ascolta riesce ad andare oltre i fenomeni di contorno e dà maggiore importanza alle note anziché al look, alle copertine e via dicendo. Beh, se appartenete alla seconda categoria apprezzerete senza ombra di dubbio “The black curse” dei Lord Belial, di nuovo sul mercato a poco più di un anno dal precedente “Revelation - the 7th seal”.
Dico questo perché i Lord Belial, già da diversi anni ormai, sono la dimostrazione lampante di come sia possibile suonare black metal in maniera convincente e sentita, ma allo stesso tempo intelligente e per certi versi innovativa. Già con il precedente album avevo avuto modo di tessere le loro lodi, con questo nuovo capitolo non posso far altro che confermare quanto detto in precedenza e attribuire i giusti riconoscimenti alla band di Trollhattan. E aggiungo che oggi come oggi sono pochissimi i gruppi per i quali mi sento di spendere queste parole. Il percorso evolutivo dei Lord Belial parla chiaro… fin dal lontano “Kiss the goat”, album di esordio del 1995, il gruppo non ha fatto altro che migliorare di album in album, riuscendo a creare un proprio stile molto personale e riconoscibile, mettendo su composizioni dall’indubbio valore musicale. Il tutto, ovviamente, senza perdere di un’oncia la loro essenza black metal. Ma sarebbe stato stupido e puerile riproporre all’infinito la stessa formula ormai usata ed abusata. I Lord Belial non l’hanno fatto, e ogni album presenta qualche elemento nuovo che va ad arricchire il sound della band. “The black curse” non è da meno, e risulta al tempo stesso black al 100% ma anche al passo coi tempi. D’altra parte stiamo nel 2008, gli anni d’oro del genere sono ormai un lontano ricordo, e questo i Lord Belial lo sanno benissimo.
Se siete stufi degli esperimenti quanto meno azzardati di ‘mostri sacri’ come Mayhem o Satyricon, qui avrete pane per i vostri denti. Date un’ascoltata alle armonizzazioni presenti nell’album e capirete di cosa sto parlando. Highlights dell’album? Sicuramente l’epica “Sworn”, “Devilish enlightenment” e quell’autentico massacro sonoro che risponde al nome di Ascension of Lilith”. Ma mi sembra riduttivo nominare solo due o tre brani, perché il disco è tutto bello.
Fin quando la band continuerà a sfornare album del genere potrà dormire sonni tranquilli (O agitati? In fondo stiamo pur sempre parlando di una black metal band…). Cosa che non mi sento di dire per altri esponenti della scena black svedese, messi in serio pericolo dal valore dei Lord Belial. Buy or die!!
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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