Prima uscita per i
Flames of Hate che con questa autoproduzione concretizzano i propri anni di sbattimento all'interno di una scena metal, quella siciliana, che nonostante le difficoltà, ha spesso dato origine a formazioni davvero interessanti.
Ed anche questo quintetto sembra aver delle buone cose da dire, ma nell'occasione non riesce ad esprimerle compiutamente, sia per la qualità piuttosto approssimativa della resa sonora sia per alcuni dei limiti che emergono sulle sette canzoni presenti sull'autointitolato "Flames of Hate".
Sull'iniziale "Between Dream and Reality", un brano dove il metal più classico incontra un primordiale Thrash Metal, scaturiscono subito le difficoltà in cui incappa il cantante Angelo Rizzuto (che sembra ispirato da James Hetfield), e le stesse chitarre che potrebbero dare la svolta al pezzo rimangono troppo defilate, anche a causa della registrazione. Problemi che affiggono pure le seguenti canzoni, da "Madman" sino alla conclusiva titletrack, due episodi thrashaggianti che ricordano gli Xentrix.
Nel mezzo tocca alla robusta "Fucking Word" proporre i risultati migliori, mentre "I Don't Believe" (con Rizzuto in sofferenza) e la ballad "Dream Planet" risultano piuttosto indigeste.
Come già riscontrato con altre bands all'esordio, nulla di irreparabile, solo un momento funestato da nubi che possono essere spazzate via lavorando sodo, magari su un numero minore di brani, puntando più sulla qualità che sulla quantità.
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