Riecco i
VII Gates, un’interessante formazione che ho avuto la possibilità di seguire già dai primissimi demo sino all'esordio sulla lunga distanza, quel "Fire, Walk With Me" che risale a tre anni fa. E' passato un po' di tempo ma Criss Blackburn e soci sembrano aver saputo sfruttare il lungo tempo trascorso, approdando alla Lion Music e sfornando un altro disco che mantiene le proprie radici nel Heavy Metal ottantiano, dove i Judas Priest (che marchiano a fuoco "The Skyrider") incontrano i Rainbow ma sopratutto un sacco di humour, vedasi ad esempio il caso dell'intro "When Gates Are Opening" o quello della marcia nuziale trasformata in "March of the Amazones".
Dopo la già citata "The Skyrider" si deve comunque registrare anche un marcato cambio di direzione per i VII Gates, con "Dreams They Haunt me" e "Answer to You, Heart (Stranger in the Dark) che ricordano ancora gli Heavens Gate e gli Stormwitch, anche se l'anima Power viene sgrezzata da tocchi alla Deep Purple, da un approccio spiccatamente seventies e da diverse aperture sinfoniche.
La dilatata "Immortal (Hymn to the Prison Guard)" si segnala sia per il suo incedere epico, sia per i bei chorus ed un buon lavoro da parte dei due chitarristi, Robert Makek e JJ Rockford, con quest'ultimo che si prende anche cura delle tastiere, protagoniste di una lunga fuga strumentale. Decisamente meno convincenti la noiosetta, per quanto veloce, "Lethal Attraction" e la pretenziosa "Children of the Corn", con le sue orchestrazioni ed accelerazioni neoclassiche, soluzioni che ritroviamo sulle più compatte e concrete "The Mad Minstrels (with Delusions of Grandeur)" e sulla malinconica "The Lake".
Le chitarre che aprono "Cat's Eyes" si concedono una qualche divagazione rock'n'roll, per un brano che mantiene comunque un afflato seventies, mentre nel caso della conclusiva "Feeding the Predator" i VII Gates sorprendono addirittura con un'introduzione swing ed un finale acustico con tanto di ospite femminile, mentre nel mezzo la canzone si riallinea ai canoni Hard & Heavy dell'album.
Meno beceri (eppure io li preferivo così), ma ora più vari e disposti a provare qualcosa di nuovo.
Beh, "nuovo", si fa per dire...
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