
Ah, gli
Agoraphobic Nosebleed, mannaggia a loro è da un po’ di anni che sono silenti sul fronte discografico! Ma chi sarebbero costoro? Beh, stiamo parlando di una creatura di
Scott Hull (tra l’altro fondatore di un’altra band particolarmente importante in ambito Grindcore visto il suo stile personale e anche innovativo se vogliamo, i
Pig Destroyer), che fa un Grind iper violento con un uso smodato di suoni elettronici e di una drum machine che dà al tutto un suono ancor più anarcoide e schizzato, annidandosi in quella sotto branchia conosciuta come “Cybergrind” che ha fatto la fortuna di band come
Genghis Tron o
The Berzerker.
Di
Scott Hull è interessante notare che oltre ad aver fatto il turnista per un breve periodo di tempo negli
Anal Cunt, ha pure una certa formazione/apprezzamento Fusion, con stelle polari come
John McLaughlin (
Mahavishnu Orchestra,
Sakti) e
Allan Holdsworth (
Nucleus,
Soft Machine,
Gong U.K. ecc).
Ma agli inizi la componente Noisegrind/Noisecore non era da sottovalutare (
Full of Hell,
Eddie X Murphy,
7 Minutes of Nausea o
Brigada de Odio alcuni nomi importanti di questo concentrato di schizofrenia e nonsense), ma col tempo essa è stata messa da parte per abbracciare il Thrashcore (
Raw Power, Nuclear Assault, Wehrmacht, D.R.I. …) ed ibridarlo al Grindcore. Sempre di violenza musicale a palate si parla comunque, non temete, ma fatta con un linguaggio più comprensibile ai comuni mortali.
Che ne dite? Vi ho messo un po’ di curiosità per riscoprire questa band?
Dai, dopotutto sono sotto contratto con la
Relapse Records che per le varianti più estreme e folli dell’Heavy metal è una grande garanzia per gli appassionati…
Se la risposta è affermativa, mettete su un cd (o una playlist spotify se preferite) e buona lettura…
Periodo di attività: 1994 – oggi (?)
Genere: Grindcore
Sludge Metal
1995, in principio, dalle ceneri dei misconosciuti
Surgical Dysfunctions. esce una demo, la destabilizzante “
30 Song Demo”, ristampata nel 1996 con il nome della band ed edita dalla
Bovine Records.
Scott si divide tra chitarra e drum machine e poi alla voce non abbiamo uno, non due, ma bensì tre cantanti!
Ben, Dom e
Joe in meno di dieci minuti vomitano addosso all’ascoltatore tutto quello che c’è da vomitargli, non lasciando nient’altro che disgusto e confusione per questo macello sonoro composto da un riffing secco ed elementare di Scott, ripartenze folli, urla sguaiate e durate ridicole. Tutto ciò forse non ha un vero senso logico, ma forse nella sua illogicità invece un senso ce l’ha. Un po’ come la vita. Forse.
30 canzoni in meno di 10 minuti? Che stronzata è questa? Eppure questa demo è una chicca per gli amanti di sonorità così dopate e anfetaminiche.
Tra il ’97 e il ’98 la band fa qualche ep, singolo e split che vanno ad edulcorare uno stile così primitivo e selvaggio presente in “
Agoraphobic Nosebleed”, poi certo, va da sé che per chiunque non sia avvezzo a queste sonorità, le troverà comunque disturbanti e caotiche come non mai.
Sempre in quegli anni,
Hull avrà anche altre esperienze che a parte qualche demo o split non avranno futuro, come il Noise dei
Japanese Torture Comedy Hour ed il Grind di
Blower e
Surgical Dysfunctions che è giusto lasciare nel dimenticatoio.
Ecco quindi che gli
Agoraphobic Nosebleed nei primi anni di attività sfornano un certo numero di lavori minori arrivando a pubblicare il debutto quattro anni dopo la fondazione. Quel “
Honky Reduction” datato 1998 è un album Grind molto violento che spinge molto sulla velocità e la semplicità ma per assurdo tra la triade iniziale è il loro album più lento (!) e melodico (!): questo per far capire che in futuro la band si spingerà su lidi ancora più estremi visto che questo è il loro album più legato al Grind classico.
Esordio di livello comunque, che praticamente come stile musicale, attitudine generale e indole, va a rivedere quanto fatto con la demo, con un gruppo che all’epoca della registrazione di suddetto album, divenne un duo.
Non parlo di capolavoro, un termine che fin troppo spesso è abusato e che quindi rischia di perdere il suo vero significato e valore, ma un ascolto obbligatorio per i grindfreaks, beh, quello assolutamente sì!
In pratica un trait d’union immaginario tra
Anal Cunt e
Fear Factory, se è possibile pensare ad una nefandezza del genere.
La band ritorna sulle scene 4 anni dopo con “
Frozen Corpse Stuffed with Dope” in cui la band continua a mostrare la sua versione folle e malata del Grind americano, con tre quarti delle canzoni che durano meno di un minuto, forma canzone completamente demolita, riff semplici e distorti, un cantante che urla tutta la sua rabbia e una drum machine a dir poco velocissima sono i principali ingredienti. Suoni freddi e fin troppo asettici fanno prevaricare l’elemento “cyber” nel sound che non valorizza il lavoro di Hull alla sei corde , per un lavoro che come il suo predecessore ha fatto discutere nel corso del tempo, ricevendo critiche anche particolarmente feroci. Inoltre qui le denunce alla società americana aumentano di forza e coraggio, con provocazioni al limite del parossismo e fatte apposta per provocare schifo e fastidio nei confronti di bigotti vari, con una cover di “
Hang The Pope” (
Nuclear Assault) non scelta a caso. Il Politicamente scorretto dilaga sempre di più e pure l'elettronica leggera e sinuosa della conclusiva "
Fuckmaker" nasconde una deragliante sorpresa.
E di motivi per vomitare odio i nostri
Agoraphobic Nosebleed ne hanno fin troppi purtroppo, visto il marcio che si cela dietro quella patina chiamata “sogno americano”.
Chissà che prima o poi venga fatto un vero e proprio remix, perché questo lavoro se lo meriterebbe proprio!
Nel cappello introduttivo dicevo che
Scott Hull era (ed è tutto’ora!) in forze nei
Pig Destroyer, band che ha fondato nella seconda metà degli anni ’90 e anch’essa sotto contratto con la
Relapse.
Gruppo che ha fatto discutere molti puristi del Grindcore (e ne ha alienati un po’, ma francamente sticazzi), con quella doppietta da “two shots, two kills” composta da “
Prowler In The Yard” (2001) e “
Terrifyer” (2004) ha letteralmente impresso il suo nome nella storia di questo genere così tanto ai margini del mainstream musicale. Riascoltando ancora oggi a distanza di così tanti anni quei dischi, si capisce perfettamente come sia vero che nel Grind ci siano tanto (a volte anche ottimi) mestieranti, ma band come i
Pig Destroyer giocano letteralmente un campionato a parte, distaccandosi in maniera imbarazzante per livello qualitativo. Comunque loro fanno un prototipo di Grind moderno molto “secco”, molto Death e Gore, con tante piccole influenze prese da altri generi della galassia Metal che dà dinamismo ad un sound spesso molto interessante.
Menzioni d’onore assolutamente doverose pure per la raccolta “
Painter Of Dead Girls” in origine uscita nel 2004 e quest’anno ristampata dopo un’operazione di lifting (rimasterizzazione + remissaggio), “
Phantom Limb” (2007) e l’azzardo Ambient di “
Natasha” (2008). Poi la band ha messo un po’ il pilota automatico e se questo l’ha decisamente professionalizzata, l’ha pure alquanto omologata, con album non brutti, ma dal sapore di dover “timbrare il cartellino”. Quindi degli ultimi anni segnalo solamente l’apprezzabile “
Pornographers Of Sound (Live In NYC)” del 2021, annata nella quale complice la pandemia, sono uscite tonnellate di live album, visto che i concerti erano per lo più proibiti.
Al bando certi formalismi! Stiamo parlando di uno dei protagonisti del Grind mondiale e siamo sempre qui ad attendere un nuovo full, che anche nel loro caso manca ormai da qualche anno…
I
Pig Destroyer comunque sono legati a doppio filo agli
Agoraphobic Nosebleed non solo per il fondatore condiviso, ma anche per la condivisione o certe ospitate da parte di alcuni membri o ex membri che hanno gravitato in queste realtà musicali.
Ok, dopo aver aperto e chiuso una parentesi dedicata ai
Distruttori di Maiali (aka, sbirri), ad un solo anno di distanza da “
Frozen Corpse Stuffed with Dope”, il gruppo capitanato da
Scott Hull fa un altro discussissimo lavoro, uno degli album dal più alto concentrato di violenza musicale che si siano mai sentiti. Almeno per ora s’intende.
Ed ecco che nel 2003 viene pubblicato quello che secondo fan e critica è il loro lavoro più distruttivo: “
Altered States of America” è conosciuto tra l’altro per aver contenuto 100 canzoni in una ventina di minuti. L’album risulta violentissimo, un concentrato di pura follia sonora in cui la drum machine spesso e volentieri è sparata a velocità assurde, la chitarra si fa più distorta e rumorosa, l’elettronica molesta prende molto più spazio che in passato diventando coprotagonista, growl e scream si alternano in un turbinio tanto delirante quanto affascinante con 3 dei 4 membri della band che cantano, a volte rappando pure, dando un senso di periferia abbandonata di chissà quale grande citta statunitense nelle quali la droga distrugge le vite di chi ne diventa schiavo, prostituzione, violenza e soprusi dilagano, aumentando la sofferenza delle classi sociali meno abbienti.
Se tutto questo non fosse già abbastanza destabilizzante di suo, c’è pure un fortissimo elemento Noise che ora più che mai è presente, piccoli momenti di calma apparente che tolgono ulteriori appigli alla sanità mentale durante l’ascolto. Negli spunti più melodici, con una certa fantasia si può intravedere pure una certa influenza della musica americana. Si può dire senza timore di essere smentiti che tutta la rabbia degli
Agoraphobic Nosebleed viene rilasciata in questo malatissimo disco che ha un sound schizzato e che è completamente senza regole, in cui la band porta all’estremo tutto il suo rigurgito di odio nei confronti di una società come quella americana, piena di contraddizioni e ingiustizie.
Un lavoro che non lascerà indifferente nessuno nel bene e nel male, questo è poco ma sicuro.
“
Altered States of America” è puro estremismo lirico, sonoro e attitudinale.
Questo affresco fatto di efferatezza e depravazione potrebbe pure piacere molto agli amanti dell'Hardcore Techno più spinta (Frenchcore, Tekno ecc).
La band a parte qualche singolo e split in compagnia di band amiche, si ferma per qualche anno. Nel 2009 si ritorna con un nuovo capitolo discografico dal titolo di “
Agorapocalypse” che in confronto al passato è meno estremo, ma a parere di chi vi scrive è il loro lavoro migliore in senso assoluto.
Il disco, a mio parere rappresenta la perfetta maturazione artistica della band con una certa influenza “Thrashcore” che rende il sound più classico ma anche più apocalittico, sfornando un disco in cui ritorna la forma canzone, le varie songs rispetto al passato hanno un minutaggio allungato, i riffs hanno più spessore e pesantezza, c’è una discreta quantità di assoli di chitarra, l’elettronica ritorna ad essere un elemento marginale e la drum machine non è ai livelli folli del passato: grazie a tutti questi elementi la band sforna uno dei migliori lavori Grind di quegli anni.
Grindcore medicina contro il logorio della vita moderna. Cazzate a parte, tra nuove droghe che dilagano (come il tranq che dilania le carni o il fentanyl che fa diventare uno zombie chi lo assume a lungo andare) e che di anno in anno fanno sempre più morti, degrado che dilaga imperterrito per colpa di una classe dirigente sempre più miope, diseguaglianze sociali sempre più forti ed evidenti, istituzioni che lasciano strati della società abbandonati a sé stessi, prostitute che vivono alla giornata e gang rivali che si sparano e ammazzano tra di loro pure in pieno giorno, la band non ne può più.
Tutto questo immaginario viene sprigionato nelle note di “
Agorapocalypse” e, sbilanciandomi, considero quest’ultimo full tra i capolavori del Grind anni 2000.
Sono esagerato? Può essere, ma provate ad ascoltare i 29 minuti qui incisivi (con una
Katerine Katz proveniente dalla Sludge Metal Band
Salome che si rivela essere una cantante a dir poco esplosiva!) e poi parliamone.
Negli ultimi anni la band si è soprattutto dedicata agli split album tra cui si segnala “
And On And On…. split with Despise You” in cui la band propone delle canzoni pesantemente influenzate dallo Groove/Sludge che anticiperanno l’ep “
Arc”, uscito cinque anni dopo e che creano un meraviglioso contrasto con il Fastcore dei
Despise You, anche se qualche rimasuglio Noisegrind rimane, come dimostrato dal sorprendente Ep natalizio (!!!) "
A Joyful Noise".
Tra le uscite minori è giusto menzionare pure la doppia raccolta "
Bestial Machinery" del 2005, dove sono rinchìuse qualcosa come 136 canzoni (anche se sarebbe più corretto chiamarle "schegge impazzite"). Altra uscita destabilizzante ovviamente.
Infine, dopo tanti anni di matta e disperata attività in studio, nel 2015 la band comincia una sporadica attività live.
E con “
Arc” la band voleva iniziare un’operazione simile fatta decenni addietro dai
Kiss e da quei mattacchioni dei
Melvins, ovvero fare una serie di lavori nei quali in ognuno di essi la scrittura è affidata prevalentemente ad un singolo componente della band.
In questo caso la protagonista è la cantante
Katerine, che tra riffs Doomish di Sabbathiana memoria scritti dal prode
Hull (e che rivangano la precedente esperienza musicale di
Katz) e testi dolorosi riguardanti il suo rapporto con la malattia terminale di sua madre (devastata da cancro e schizofrenia), abbiamo tra le mani un tre pezzi che fa male all’anima, con versi urlati in maniera disperata stagliarsi su una base minimale, lenta e ipnotica.
Questo Ep Doom/Sludge così intimo e pesante doveva essere l’apripista ad altri lavori composti dagli altri membri degli
ANB, ma il gruppo è entrato in fase particolarmente vischiosa e nebulosa: pochissimi concerti (ma di un prestigio non comune se si parla di certe sonorità), l’uscita della rabbiosa singer per contrasti personali alquanto gravi con i suoi ex compagni d’avventura, qualche sparuto singolo uscito di tanto in tanto e qualche intervista dove si fa cenno di un album in dirittura d’arrivo, ma ormai siamo nel 2024 e di quest’album non si sa nulla e da “
Arc” sono passati ben 8 anni… chissà quindi se ritorneranno, quando ritorneranno e come ritorneranno gli
Agoraphobic Nosebleed.
Lasciatemi dire che se il gruppo non dovesse più fare album, ep e concerti, beh, sarebbe un peccato mortale visto quanto fatto in passato e quanto potenzialmente avrebbe da dire: oltre ad un nuovo full, sarebbe bello se si concludesse quel ciclo di Ep "ad personam", e poi perché no? Magari un bel live album e qualche altro concerto, non solo in terra americana se possibile...
Chissà, solo il tempo ci dirà cosa succederà, certo che però il silenzio è sempre più assordante e non basta mica un flexi decibel a rincuorare sullo stato di una band!
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