(13 dicembre 2007) WASP - 13 Dicembre 2007 (Rainbow, Milano)

Info

Provincia:MI
Costo:25 euro + d.p.
Non sono mai stato quello che si potrebbe definire un fan degli WASP.

Non ne ho mai seguito la carriera con particolare interesse, e mi è capitato di vederli dal vivo soltanto una volta, nell’ambito del Gods of Metal del 2001 (quello della follia dei due palchi all’interno del Mazda Palace).

“The Crimson Idol” è però un altro discorso: è uno dei lavori con cui sono cresciuto, con cui ho iniziato ad amare questo tipo di musica, uno di quei dischi mitici le cui canzoni rimarranno per sempre intrecciate a certi particolari momenti della vita. Aggiungiamoci anche il fatto che è un capolavoro indiscusso della musica rock e siamo a posto.

Tutto questo per dire l’effetto che mi ha fatto apprendere che in occasione del quindicesimo anniversario dalla sua uscita, Blackie Lawless e soci lo avrebbero eseguito interamente dal vivo, dalla prima all’ultima nota! Impossibile mancare!

Eccomi così, dopo un ritardo colossale nell’apertura dei cancelli, posizionato all’interno di un Rainbow stracolmo in ogni ordine di posti: fa piacere, questo è ovvio, ma il locale è quello che è e questa sera ho la netta impressione che sarà difficile riuscire a godersi appieno quello che accadrà sul palco.
Finalmente, poco dopo le 21 le luci si spengono e partono le note di “Titanic Overture”: il pubblico va in delirio e comincia a cantare a squarciagola già dalle prime parole pronunciate da Blackie. Quando poi la band si lancia a capofitto in “The invisible boy” la bolgia è assicurata e l’entusiasmo dei presenti davvero alle stelle. Da parte sua, i quattro musicisti se la cavano alla grande: certo l’acustica non è proprio il massimo, ma il tiro dei pezzi è preciso e trascinante come deve essere, con un Mike Dupke che ha offerto davvero una prova maiuscola dietro le pelli. Ottimi anche i soli di Doug Blair, precisi e puliti, mentre l’istrionico Mike Duda è apparso davvero su di giri, offrendo con la sua presenza scenica scatenata un perfetto contraltare ad un Blackie leggermente imbolsito.

Francamente mi aspettavo un po’ di più da lui: la sua prova vocale è stata ottima, ma più volte è sembrato eccessivamente concentrato su se stesso piuttosto che preoccupato di interagire col pubblico. Vero che la dimensione drammatica e spesso intimista del concept poco offriva a facili gigionerie, ma è altrettanto vero che da un “maledetto” come lui ci saremmo aspettati qualcosa di più… anche la famosa asta a manubrio è sparita dalla circolazione…

Poco male, perché la musica di questa sera è favolosa e spazza via ogni dubbio: “Arena of pleasure” e “Chainsaw Charlie” sono a dir poco monumentali, da pelle d’oca, e mi ha fatto sorridere vedere le reazioni estasiate di coloro che, all’oscuro di tutto, finalmente hanno realizzato che cosa gli WASP avessero in mente per la serata! Con “The gipsy meets the boy” si tira il fiato, anche se i presenti non rinunciano a cantare a squarciagola, mentre con “Doctor Rockter” torna l’hard rock più potente e scanzonato, ancora una volta con una resa devastante da parte dei quattro.
Senza pause, senza intermezzi parlati di sorta, si passa ai cori da stadio di “I am one”, seguiti da quel capolavoro di “The idol”, indubbiamente il momento più alto di tutto il concerto. Blackie qui è sublime, completamente calato nel suo personaggio, e intona le drammatiche parole del testo con un pathos ed una intensità incredibile: da brividi!

“Hold on to my heart”, eseguita in una versione un po’ più potente di quella originale, è un altro grandissimo momento di intenso lirismo e qui si fa davvero fatica a non commuoversi.
Purtroppo è finita: “The great misconceptions of me” pone il sigillo conclusivo ad un’ora di show che sarà veramente difficile dimenticare. A questo punto si potrebbe anche andare a casa. Invece la band ricompare dopo dieci minuti per soddisfare la fame dei fan, che sembra ben lontana dall’essersi placata.

Si parte alla grande con una sparatissima versione di “Love machine”, e qui Blackie sembra un po’ più vivace di prima: sarà che il tono del concerto è ora completamente diverso? Via dunque con”Wild child”, altro grandissimo inno stradaiolo, prima di ricordarsi che c’è anche un nuovo album da promuovere. “Take me up” sarà l’unico estratto da “Dominator” per stasera, ma è forse il più bello che gli WASP potessero suonare, e l’effetto è garantito: non come sui classici, ma poco ci manca!
Con “Blind in Texas” l’entusiasmo dei presenti sale ancora di più, ma purtroppo questo è l’ultimo brano. I quattro lasciano il palco immediatamente, quasi alla chetichella, senza troppo sprecarsi nei saluti, confermando la mia impressione di scarso coinvolgimento.
Ottimo show in definitiva, che solo per la sua particolare setlist è valso il prezzo del biglietto. Certo, forse ripagare il pubblico milanese mostrando con un po’ più d’entusiasmo e suonando qualche pezzo in più sarebbe stata cosa maggiormente degna della fama di Blackie Lawless…

Setlist:
The Titanic Overture
The invisible boy
Arena of pleasure
Chainsaw Charlie
The gipsy meets the boy
Doctor Rockter
I am one
The idol
Hold on to my heart
The great misconceptions of me

Love machine
Wild child
Take me up
Blind in Texas
Report a cura di Luca Franceschini

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 mar 2008 alle 16:35

Concerto perfecto. Ho preferito quello dell'anno prima al Live (Probabilmente per l'acustica e il posto decisamente più comodo), ma sto giro hanno fatto tremare con l'idolo. Mitici WASP....mitico Blakie. Saluti dal bar. Ank

Inserito il 09 gen 2008 alle 05:21

peccato non aver potuto venire!!! :(

Inserito il 20 dic 2007 alle 12:55

Grandissimo concerto, tante emozioni! Ascoltare dal vivo la storia di Jonathan mi ha fatto venire non pochi brividi!! Se poi aggiungiamo che al pomeriggio fuori dal locale sono venuti da noi Duda e Blackie per foto e autografi... bè, direi che mi sarebbe bastato!! E' stata una giornata fantastica che si è conclusa in maniera splendida!!! P.S. bella recensione!